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Dogana chiusa durante la pandemia.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e care lettori,

la vera notizia odierna non riguarda questioni sanitarie, né le vicissitudini della Berna federale, ma qualcosa di più prosaico: fa un freddo cane!

Nonostante il calendario ci dica che siamo in primavera e ci siamo lasciati alle spalle la Pasqua, sulla Jungfraujoch questa mattina la colonnina di mercurio indicava 26 gradi sotto lo zero, nuovo record del mese di aprile da oltre mezzo secolo. E nel resto della Confederazione le temperature sono ben al di sotto della media stagionale.  

Noi vi auguriamo che nelle località da cui ci seguite il clima sia un po' più gradevole,  

Buona lettura

Farmacista maneggia una confezione di test rapidi
Keystone / Ennio Leanza

Da oggi nelle farmacie sono disponibili i test “fai da te” gratuiti. Berna però avverte: “È solo un’istantanea, rispettate comunque le norme sanitarie contro il Covid-19″.


È partita la campagna di test di massa decisa da Berna, in parallelo alle vaccinazioni, per cercare di circoscrivere la pandemia. In tutte le farmacie si possono ritirare cinque kit al mese per effettuare tranquillamente a casa lo screening, mediante tampone, provetta e uno strumento diagnostico analogo a quello dei test di gravidanza che in 15-20 minuti rivela eventuali positività al virus Sars-cov2.

Questi dispositivi autodiagnostici, con cui si vuole controllare il 40% della popolazione attiva ogni settimana, si vanno ad aggiungere ai test molecolari (PCR) e a quelli antigenici rapidi che richiedono il coinvolgimento di un laboratorio.   

In proposito l’Ufficio federale della sanità ha precisato che il risultato negativo del test è un’istantanea che non esclude completamente il possibile contagio e per questo motivo vige sempre l’obbligo di conformarsi alle norme norme igieniche e i concetti di protezione vigenti. In caso di positività il risultato deve essere confermato da un test PCR.

Dogana chiusa durante la pandemia.
Keystone / Georgios Kefalas

Amnesty International (AI) bacchetta anche la Svizzera: a suo giudizio avrebbe limitato alcune libertà civili e il diritto d’asilo durante l’emergenza pandemica.

Nel rapporto 2020 diffuso oggi dall’organizzazione umanitaria viene citato anche il Consiglio federale, reo di aver circoscritto “in modo sproporzionato” una serie di diritti, come le libertà di riunione, di movimento e di manifestare da parte dei cittadini tra il marzo e il maggio dell’anno scorso, nell’ambito della strategia messa in campo per contenere il Covid-19.

Berna viene criticata anche per la sospensione parziale, nello stesso periodo, delle domande di asilo in seguito alla chiusura delle frontiere con l’Italia e per il rifiuto di accogliere, nonostante la disponibilità espressa da diverse grandi città elvetiche, un numero importante di rifugiati provenienti dalle isole dell’Egeo.

Amnesty International si compiace però per l’adozione alle urne in febbraio della norma contro l’omofobia da parte del popolo svizzero e il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso da parte delle Camere federali in dicembre.

Incarto in un ufficio di esecuzione
Keystone / Gaetan Bally

Nonostante il vistoso calo del PIL (il più significativo dal 1975), a causa delle misure adottate dal governo federale contro la pandemia, il numero dei fallimenti in Svizzera è calato del 6,6% nel 2020.

Il numero delle procedure aperte lo scorso anno nei confronti di società e di privati ammontava a 12’912, con una contrazione particolarmente marcata in Ticino (-18,2%), secondo quanto ha reso noto l’Ufficio federale di statistica (UST).

Questa evoluzione, che può sembrare sorprendente nell’attuale contesto, va contestualizzata, sottolineano gli esperti di Neuchâtel. Da un lato infatti gli effetti del coronavirus sono destinati a protrarsi almeno fino al prossimo anno e dall’altro occorre considerare l’impatto delle misure compensatorie adottate da Berna.

Tra di esse vanno annoverate sicuramente la sospensione dell’obbligo di segnalazione alle autorità giudiziarie in caso di indebitamento eccessivo e la facoltà per le Pmi di richiedere la moratoria Covid-19, con annessi aiuti finanziari per i cosiddetti casi di rigore.

Riciclaggio di plastiche.
© Keystone / Christian Beutler

In Svizzera decine di imprese innovative stanno investendo nel promettente settore del riciclaggio industriale dei rifiuti plastici.

Che fare degli 8 miliardi di tonnellate di plastiche prodotte dal 1950 ad oggi nel mondo? La start-up vallesana De Poly ha messo a punto una tecnologia rivoluzionaria basata sulla depolimerizzazione che promette di recuperare dagli imballaggi di Pet, con alcuni solventi, componenti che possono essere riutilizzate per produrre di nuovo plastica.

Ai piedi delle Alpi, nei pressi di Sion, l’impianto che tre ricercatori stanno progettando dovrebbe trattare fino a 10’000 tonnellate di pet all’anno.

Ma non tutti concordano con questa strategia. Per Greenpeace Svizzera, ad esempio, sarebbe preferibile trovare delle alternative agli attuali imballaggi, piuttosto che continuare a sostenere la filiera della plastica, come riferito dal servizio pubblicato oggi su swissinfo.ch.

  • Nel cuore delle Alpi svizzere, racconta swissinfo.ch, una canadese reinventa il riciclaggio della plastica.
  • Nella Confederazione il consumo della plastica è elevato ma in tema di riciclaggio occorre fare ancora molta strada, secondo quanto riferisce un articolo di swissinfo.
  • QuiCollegamento esterno viene descritta la gestione dei materiali plastici in Svizzera in base alle indicazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam).

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