Oggi in Svizzera
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Più di uno svizzero su dieci vive all’estero; quasi due terzi dei nostri espatriati si sono stabiliti in Europa.
È quanto emerge dai dati pubblicati martedì dall’Ufficio federale di statistica (UST). A fine 2020, i cittadini svizzeri registrati presso una rappresentanza elvetica fuori dalla Confederazione erano 776’300, con un incremento dello 0,7% rispetto al 2019, più marcato tra gli anziani (over 65). Questi ultimi segnano un +2,8% e costituiscono il 22,2% del totale, mentre la fascia 18-64 cresce solo dello 0,2% e corrisponde al 56,7%.
Il 63% dei connazionali all’estero vive in Europa (in particolare in Francia, nella cui statistica rientrano però anche i territori d’oltremare); il 24% in America. Seguono l’Asia (7%), l’Oceania (4%) e l’Africa (2%).
Ma quali sono i singoli Paesi in cui vivono più svizzeri? E i Paesi/continenti in cui si registrano le maggiori variazioni?
Trasparenza non significa accesso gratuito alle informazioni. Di principio vale anzi il contrario.
È quel che ritiene la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati, che ha respinto l’entrata in materia su un progetto del Nazionale che chiedeva che l’accesso ai documenti ufficiali, garantito a ogni cittadino in virtù della Legge sulla trasparenza, fosse di norma gratuito.
Stando alla maggioranza della CIP-S -6 voti contro 4 e 3 astenuti- la consultazione dei documenti deve invece prevedere la riscossione di un emolumento poiché il trattamento delle domande genera talvolta costi considerevoli. I commissari la ritengono inoltre una garanzia affinché vengano sottoposte solo richieste legittime.
La legislazione in vigore prevede tariffe differenziate (in molti casi l’evasione della richiesta è già gratuita) e, a giudizio della Commissione, appropriate.
- Dettagli e iter commissionaleCollegamento esterno dell’iniziativa parlamentare della socialista Graf-Litscher, da parlamento.ch
- Trasparenze a confronto: sul finanziamento ai partiti politici e sulle retribuzioni per attività extraparlamentari dei deputati [approfondimenti di SWI swissinfo.ch]
Classi scolastiche della Svizzera e del Liechtenstein hanno raccolto quasi un milione di mozziconi di sigaretta in due settimane.
Nell’ambito di una campagna promossa dall’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (At), si è così evitato l’inquinamento di una quantità d’acqua corrispondente a 31 piscine olimpioniche, secondo le stime della stessa At.
La raccolta -che ha rimosso dall’ambiente 958’181 cicche– si è svolta tra il 7 e il 22 marzo. Gli scolari hanno potuto contare su un ampio sostegno: familiari, gruppi ambientalisti locali, attivisti contro il fumo.
Lo scopo -oltre a convincere i giovani a non cominciare a fumare- è anche informare i tanti fumatori inconsapevoli dell’impatto che questi rifiuti hanno sulla natura. Le sostanze tossiche contenute in un solo filtro avvelenano oltre 40 litri d’acqua nelle falde e contaminano i microorganismi che ci vivono. Senza contare gli animali che ingeriscono i mozziconi.
- Quanto ci mette un filtro a disintegrarsi, e genesi della campagna ‘stop2drop’, in una nota di AtCollegamento esterno e sul sito webCollegamento esterno dell’iniziativa
- I risultati dell’azione, resi noti martedì, nel dispaccio Keystone-ATS pubblicato da SWI swissinfo.ch
- L’acqua, bene comune: un approfondimentoCollegamento esterno del settimanale Azione proposto in occasione dell’ultima Giornata mondiale
Una petizione consegnata martedì alla Cancelleria federale chiede di accogliere subito 5’000 rifugiati bloccati sulle isole greche.
Indirizzata al consigliere federale Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri DFAE, e lanciata da medici vodesi della MASM, associazione per la salute dei migranti, la petizione ha raccolto 11’000 firme.
Secondo i medici, i rifugiati si trovano in condizioni “atroci e disumane”, perciò la Confederazione dovrebbe accoglierli “in maniera non burocratica, rapida e senza compromessi”, conducendo una procedura d’asilo in Svizzera.
I promotori, che invitano Cassis in quanto ex medico a ricordarsi degli “impegni etici” presi all’inizio della carriera e agire secondo coscienza, ritengono che si tratti di una sfida ampiamente alla portata di Berna.
- L’analogo appelloCollegamento esterno rinnovato ieri al Consiglio federale e alla SEM da #evacuareORA e Amnesty International, con l’appoggio di comuni e parrocchie [da La Regione Ticino]
- L’appello dello scorso autunno delle città svizzere ed europee (e le difficoltà ad attuarlo) in un articolo del mio collega Alain Meyer
- La notizia della consegna delle firmeCollegamento esterno raccolte dalla MASM [Corriere del Ticino]
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