La televisione svizzera per l’Italia
Una specialista di laboratorio esamina un campione molecolare.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

questa mattinata il presidente Guy Parmelin ci ha ricordato che è passato un anno dalla prima vittima elvetica di Covid. Un lungo periodo in cui abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini e che non sembra voler finire.

Intanto però Berna è pronta a offrire test gratuiti a tutti per incominciare gradualmente a ripartire.  L'arrivo imminente della primavera magari ce lo potrà confermare.

In ogni caso i dettagli li potete leggere qui sotto,

Buona lettura

Una specialista di laboratorio esamina un campione molecolare.
Keystone / Pablo Gianinazzi

Test gratis per tutti: il Consiglio federale cambia strategia per favorire le prossime aperture

Il governo propone di intensificare la campagna di analisi sulla popolazione svizzera a partire dal prossimo 15 marzo a scopo preventivo e per individuare tempestivamente i focolai di coronavirus, in particolare nelle imprese e nelle scuole.

Ogni residente (anche senza sintomi del Covid-19) avrà a disposizione, appena saranno sul mercato, cinque test rapidi al mese da effettuare in farmacia o nei centri specializzati, i cui costi -pari a oltre un miliardo di franchi – saranno a carico dello Stato.  

Una decisione definitiva sarà presa solo venerdì prossimo, dopo la consultazione dei cantoni, ha fatto sapere il Consiglio federale che intende così creare le condizioni per una graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel Paese. Dal momento però che i test fai da te sono meno affidabili di quelli molecolari (PCR), Berna conferma anche per il futuro le note prescrizioni sanitarie (mascherina e distanza sociale).

I consiglieri federali commemorano le vittime del Covid.
admin.ch

A un anno di distanza dal primo decesso la Svizzera rende omaggio alle oltre 9’300 vittime di Covid-19.

Poco prima di mezzogiorno, esattamente alle 11.59, la Svizzera si è fermata per commemorare le oltre 9’300 sue vittime del coronavirus. Il minuto di silenzio, seguito dai rintocchi delle campane, cade a un anno dal primo decesso causato dal Covid-19, una 74enne vodese.

Il presidente della Confederazione Guy Parmelin, che mercoledì aveva invitato i cittadini elvetici a raccogliersi per i lutti e le sofferenze provocate dalla pandemia, ha reso omaggio in un video postato su Twitter a “chi ci ha lasciato, chi soffre, chi continua a lottare per recuperare la salute o il lavoro”.

In considerazione della situazione epidemiologica il Consiglio federale, sentiti i presidenti delle due Camere, ha preferito non organizzare una cerimonia ufficiale in ricordo dei morti e dei loro familiari.

L ex ceo di UBS Sergio Ermotti
© Keystone / Laurent Gillieron

Il manager ticinese Sergio Ermotti ha guadagnato alla testa di UBS quanto uno svizzero in 1500 anni.  

L’ex ceo della prima banca elvetica è stato uno dei dirigenti meglio remunerati in Svizzera e in Europa. Nel 2020, anno caratterizzato dalla crisi pandemica, Sergio Ermotti ha guadagnato 13,3 milioni di franchi, secondo quanto indica il rapporto d’esercizio pubblicato oggi.

Cifra che va a sommarsi ai compensi maturati durante la sua carica che in nove anni gli hanno fruttato la discreta somma di 129,3 milioni di franchi. A titolo di paragone uno svizzero, con stipendio mediano di 6’538 franchi (dato del 2018), deve lavorare 1520 anni per accumulare un importo analogo.

Il tema delle alte remunerazioni dei manager fa spesso discutere nella Confederazione, dove nel 2013 i cittadini hanno approvato a stragrande maggioranza l‘iniziativa contro le “retribuzioni abusive”. Va anche detto però che durante la direzione dell’ex apprendista della Corner Bank di Lugano, l’UBS ha conseguito utili per alcune decine di miliardi, per la gioia soprattutto degli azionisti.

  • La notiziaCollegamento esterno dei compensi milionari di Ermotti su laRegione Ticino.
  • La lunga intervista video rilasciata alla RSI prima del suo congedo dall’UBS.
  • La votazione sull’iniziativa del 3 marzo 2013 contro le retribuzioni abusive raccontata da swissinfo.ch.
Ufficio di collocamento svizzero.
© Keystone / Christian Beutler

I più colpiti dalla pandemia sono i disoccupati di lunga durata. L’approfondimento di swissinfo.ch.

Le misure adottate dai governi per cercare di contenere l’emergenza pandemica si sono pesantemente riflettute, in modo più o meno analogo, sulle economie dei vari paesi. A preoccupare gli esperti, evidenzia un servizio odierno di swissinfo.ch, è soprattutto la disoccupazione di lunga durata.

I senza lavoro che non riescono da più di un anno a trovare un’occupazione sono in aumento in tutti gli Stati e molte aziende, colpite dalle restrizioni anti-Covid, sono costrette a licenziare o, nella migliore ipotesi, a rimandare le assunzioni a momenti migliori di cui però non si intravedono ancora gli indizi.

In Europa le politiche di sostegno all’occupazione (lavoro ridotto) hanno consentito di limitare le disdette dei contratti di lavoro ma il coronavirus, dicono i sindacati, ha acuito le disuguaglianze e penalizzato soprattutto i disoccupati di lunga durata che hanno maggiori difficoltà a trovare un impiego.

  • L’approfondimento di swissinfo sulla disoccupazione di lunga durata.
  • Il mercato del lavoro in Svizzera spiegato in un video prodotto da swissinfo.ch.
  • Come è gestita la disoccupazione in Svizzera? Ce lo illustra il collega Rino Scarcelli su tvsvizzera.it.

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