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Strage di Christchurch, l’imputato si dichiara non colpevole


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Brenton Harrison Tarrant, il cittadino australiano accusato di aver ucciso 51 fedeli musulmani e di averne feriti parecchie decine lo scorso 15 marzo in due moschee nella cittadina neozelandese Christchurch, si è dichiarato non colpevole per tutti i reati che gli vengono contestati.

Il suprematista bianco, il primo indagato ad essere accusato di terrorismo nel paese australe, deve rispondere di 92 capi d’imputazione, tra i quali omicidio, tentativi di omicidio e, appunto, atti di terrorismo.

Detenuto ad Auckland, nell’unico carcere di massima sicurezza neozelandese, Tarrant è comparso in videoconferenza davanti all’alta corte di Christchurch durante la quale l’avvocato Shane Tait ha annunciato che il suo cliente, seduto al suo fianco, si dichiarava non colpevole. Il sorriso apparso sulle sue labbra durante il collegamento video ha però suscitato la collera delle vittime.

Nel corso di una precedente udienza tenutasi il 5 aprile il tribunale aveva ordinato una perizia psichiatrica nella quale è stato stabilito che il 28enne è mentalmente idoneo ad essere giudicato da una corte. Il duplice attentato, definito “atto terroristico” dalla premier Jacinda Ardern, è il più grave massacro nella storia del paese. Il processo si celebrerà dal 4 maggio del 2010, secondo quanto ha precisato il giudice Cameron Mander, e dovrebbe durare sei settimane.

L’estremista di destra australiano aveva aperto il fuoco, con armi automatiche, in due moschee di Christchurch durante la preghiera del venerdì, diffondendo in diretta su Facebook la strage che stava compiendo.

Dopo questi sanguinosi fatti il governo neozelandese ha inasprito la legislazione sulle armi e ha annunciato che avrebbe rivisto le norme sulla repressione delle manifestazioni di odio.

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