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Il procuratore della Confederazione può tirare un sospiro di sollievo

michael lauber attorniato da due colleghi
Michael Lauber (al centro) può tornare a sorridere. Keystone / Peter Klaunzer

La rielezione di Michael Lauber quale procuratore generale della Confederazione era tutto fuorché scontata. Alla fine, però, il Parlamento lo ha riconfermato con una risicata maggioranza.

Michael Lauber sarà ancora procuratore generale della Confederazione per il periodo 2020-2023. L’Assemblea federale (le due Camere del Parlamento riunite) lo ha infatti rieletto con 129 voti su 243 schede valide. La maggioranza assoluta è stata superata per soli sette voti.

Alla testa del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) dal 2011, Lauber rischiava grosso. La Commissione giudiziaria del Parlamento aveva infatti raccomandato (per nove voti a sei e un’astensione) la sua non rielezione.

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All’origine di questa presa di posizione negativa vi erano ragioni sia giuridiche che politiche. Per quanta attiene all’aspetto giuridico, su Lauber pesava un procedimento disciplinare (tutt’ora in corso) per non aver verbalizzato alcuni incontri avuti con l’attuale presidente della FIFA, Gianni Infantino.

Le competenze dell’MPC

In Svizzera il perseguimento della maggior parte dei reati è di competenza delle autorità penali cantonali.

I reati contro la sicurezza dello Stato, complessi casi intercantonali o internazionali, in particolare che coinvolgono la criminalità organizzata, casi di terrorismo o di criminalità economica, il riciclaggio di denaro o ancora la corruzione sono invece di competenza del Ministero pubblico della ConfederazioneCollegamento esterno (MPC).

L’MPC, istituito con la prima Costituzione dello Stato federale nel 1848, si occupa anche di trattare le domande di assistenza giudiziaria presentate da autorità penali estere.

Dopo settimane di dubbi, negli ultimi giorni l’orizzonte per Lauber si è però diradato. La sua candidatura ha infatti ricevuto il sostegno della maggioranza dei gruppi dell’Unione democratica di centro, del Partito socialista e del Partito liberale radicale. Il Partito popolare democratico e i Verdi hanno invece lasciato libertà di voti ai loro esponenti.

Puntare sulla stabilità

A sostenere la rielezione per un terzo mandato di Lauber è stato in particolare il PLR. “Una non rielezione indebolirebbe il Ministero pubblico della Confederazione a livello nazionale e internazionale”, ha sostenuto Christian Lüscher, a nome della minoranza della Commissione giudiziaria. Il consigliere nazionale del PLR ha inoltre sottolineato che la questione non dovrebbe essere politicizzata e il Parlamento dovrebbe puntare sulla stabilità e la continuità.

Inoltre, secondo il liberale-radicale ginevrino, “Lauber non ha commesso una violazione grave e intenzionale dei suoi doveri, tale da giustificare la sua estromissione”. “Un procuratore non è perfetto, ciò può costituire una delusione, ma non basta per decidere di non rieleggerlo”, gli ha fatto eco il collega di partito e consigliere agli Stati Raphaël Compte.

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Dal canto suo, il Partito popolare democratico non aveva espresso raccomandazioni di voto. “Siamo preoccupati per il contenzioso di questi ultimi mesi tra il Ministero pubblico della Confederazione e l’Autorità di vigilanza. Ciò indebolisce le istituzioni”, ha dichiarato il consigliere agli Stati Filippo Lombardi, secondo il quale ciascuno si è fatto la sua opinione sulla vicenda e può pronunciarsi in piena coscienza.

L’analisi del corrispondente della RSI:

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