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Le morti sospette degli oligarchi russi

Un gruppo di squatter occupano una villa di un oligarca russo a Londra.
Una delle tante residenze sequestrate agli oligarchi russi a Londra, in questo caso in Belgrave Square. Keystone / Joshua Bratt

Le ultime vittime sono state ritrovate in una villa di Lloret de Mar in Spagna: si tratta del miliardario russo Sergey Protosenya, trovato morto con la moglie e la figlia. L'uomo si sarebbe impiccato dopo aver ammazzato le due donne mentre dormivano. Non è il primo oligarca trovato morto.

Secondo quanto scrivono La Vanguardia ed altri media iberici, il sospetto degli inquirenti è che Protosenya 55 anni, possa aver usato un ascia e un coltello per uccidere la moglie, 53 anni e la figlia, 18 appena compiuti. A far scattare il primo allarme sulla possibilità che potesse essere avvenuta una tragedia sarebbe stato l’altro figlio della coppia, un ragazzo di 22 anni che vive in Francia. Pochi però credono davvero in un omicidio-suicidio. Protosenya aveva ricoperto incarichi da dirigente in Novatek, azienda produttrice di gas.

Ma sono soprattutto le analogie con la sorte di altri oligarchi russi a far crescere il sospetto che si tratti in realtà di un omicidio. Sono infatti 6 quelle che in poche settimane si sarebbero suicidati in patria, in Spagna e nel Regno Unito. E la metà di loro dopo aver ucciso i famigliari e lasciato lettere d’addio che non convincono. 

Una successione troppo ravvicinata per credere che abbiano ceduto alla paura del tracollo economico o alle conseguenze delle sanzioni. Quasi tutti poi erano legati Gazprom, il gigante russo dell’energia così vicino al Cremlino e così potente da permettersi addirittura di ostacolare la ricerca della verità.  

È successo il 25 febbraio scorso, all’indomani dell’invasione. Il cadavere dell’oligarca Alexander Tuliakov era appena stato trovato nel garage di casa sua a San Pietroburgo, quando due agenti di sicurezza della società sono arrivati e hanno messo alla porta i medici che per primi erano arrivati sul posto. 

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