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La mobilità sociale in Svizzera resta elevata 

Scale mobili e ascensore in uno stabile di New York.
Kena Betancur

In un’epoca in cui il sogno americano sembra essersi trasformato in un incubo di disuguaglianze crescenti, in Svizzera l'ascensore sociale funziona ancora molto bene, stando a uno studio dell’Università di Lucerna. Una realtà che stride con quella italiana, dove per molti il futuro economico è già scritto alla nascita. 

Un nuovo studioCollegamento esterno dell’Università di Lucerna, condotto da Jonas Bühler, Melanie Häner-Müller e Christoph A. Schaltegger dell’Istituto per la Politica Economica Svizzera (IWPCollegamento esterno), rivela una verità sorprendente: mentre negli Stati Uniti le opportunità di migliorare la propria condizione economica rispetto ai genitori sono drasticamente diminuite negli ultimi decenni, nella Confederazione  l’ascensore sociale ha continuato a funzionare con la precisione di un orologio svizzero. 

La ricerca, che ha analizzato i dati di oltre due milioni di cittadini e cittadine svizzeri, dipinge il ritratto di un Paese attento all’uguaglianza delle opportunità. 

Il confronto tra Svizzera, USA e Italia

Per comprendere l’eccezionalità del caso svizzero, secondo i tre ricercatori, è necessario confrontarlo con gli Stati Uniti, il Paese che per decenni è stato considerato la terra delle opportunità per eccellenza. 

Negli Stati Uniti, tra il 1980 e il 1990, si è verificata un’esplosione della concentrazione della ricchezza: la quota di reddito posseduta dall’1% più ricco della popolazione è balzata dall’8% al 13%, un aumento del 60% che ha ridisegnato completamente il panorama sociale americano. Parallelamente, le possibilità per un giovane di raggiungere una posizione economica migliore rispetto ai propri genitori sono crollate in modo vertiginoso. 

In Svizzera, nello stesso periodo, è accaduto qualcosa di completamente diverso. La quota di reddito dell’1% più ricco è rimasta stabile al 9%, senza variazioni significative. Ma il dato più sorprendente riguarda la mobilità sociale: mentre in America l’ascensore sociale si inceppava, in Svizzera ha continuato a funzionare quasi perfettamente. 

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E l’Italia? Il quadro dipinto dal database internazionale Global Estimates of Opportunity and Mobility (GEOMCollegamento esterno), un progetto frutto di un decennio di lavoro svolto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bari e della London School of Economics, è desolante. Se in Svizzera il successo dipende poco dalla famiglia d’origine, in Italia ben il 40% del futuro economico di una persona è già deciso alla nascita. Famiglia, genere, regione di residenza e colore della pelle sono fattori che, secondo lo studio, spiegano quasi quattro decimi delle differenze di reddito. È come se una parte consistente del tuo stipendio fosse già stata decisa nel momento in cui sei venuto al mondo, indipendentemente dal talento o dalla determinazione. 

“L’ascensore sociale è bloccato”, ha dichiarato senza mezzi termini il professor Vito Peragine, coordinatore della ricerca. “La nostra crescita è ferma da trent’anni e, senza crescita, è difficile che ci sia mobilità”. Un blocco che ha implicazioni drammatiche, spingendo molti giovani a cercare fortuna all’estero. 

Il “test dei fratelli”: quanto pesa davvero la famiglia?

Per misurare l’influenza del contesto familiare, lo studio svizzero ha utilizzato un metodo efficace: analizzare i redditi dei fratelli su un arco di quarant’anni. Poiché generalmente condividono la stessa economia domestica, lo stesso ambiente sociale e operano all’interno di reti simili, la somiglianza dei loro redditi futuri è un indicatore potente del peso delle origini. Quanto più simili sono i redditi, tanto più forte è l’influenza dell’ambiente familiare e minore l’avanzamento sociale. 

I risultati sono chiari: in Svizzera, solo il 17% del reddito è attribuibile all’ambiente familiare, una cifra che non ha mai superato il 21% negli ultimi quattro decenni. Un giovane svizzero, quindi, ha ottime possibilità di costruirsi un futuro migliore, indipendentemente dalle condizioni economiche dei genitori. 

Istruzione, motore di uguaglianza o di disparità?

La chiave del successo svizzero – spiegano i ricercatori – risiede in gran parte nel suo sistema educativo. A differenza degli USA, dove il valore economico di una laurea è cresciuto del 47%, rendendo l’istruzione sempre più redditizia ma anche più esclusiva, in Svizzera i “rendimenti dell’istruzione” sono rimasti stabili. Questo ha impedito che l’università diventasse un bene di lusso, mantenendo l’accesso aperto e inclusivo. Il sistema duale, che combina studio teorico e apprendistato pratico, si rivela un modello vincente, dimostrando che un’istruzione diversificata può essere più efficace di quella puramente accademica. 

I rendimenti dell’istruzione misurano quanto “paga” studiare in termini di stipendio futuro. Quando crescono troppo rapidamente, l’istruzione può diventare un fattore che divide la società invece di unirla. Come è capitato negli Stati Uniti.

Anche in Italia, come in Svizzera, i rendimenti dell’istruzione sono cresciuti poco, ma con una differenza cruciale: la crescita è stata diseguale e non ha garantito l’accessibilità, come rileva uno studioCollegamento esterno di Daniele Checchi dell’Università Statale di Milano. L’OCSECollegamento esterno sottolinea inoltre che un laureato in Italia guadagna il 39% in più di un diplomato, ma l’accesso all’università resta un privilegio strettamente legato alla famiglia. I dati dell’INAPPCollegamento esterno (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) lo confermano: tra i 30 e i 39 anni, il 61% dei figli di genitori laureati ottiene a sua volta una laurea, contro appena il 18% dei figli di genitori con la sola licenza media. Un circolo vizioso che blocca la mobilità. 

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Un modello che funziona per tutti, anche per gli immigrati

L’analisi dei ricercatori ha esaminato separatamente diversi gruppi della popolazione svizzera, e i risultati confermano che la stabilità della mobilità sociale non è un privilegio riservato a una parte della società, ma un fenomeno che attraversa trasversalmente tutti i segmenti demografici. 

Particolarmente significativo è il dato relativo alle persone immigrate. In molti Paesi, le comunità di origine straniera faticano a integrarsi economicamente e spesso rimangono intrappolate in posizioni sociali subalterne per generazioni. In Svizzera, invece, gli individui nati all’estero mostrano livelli di mobilità sociale sostanzialmente comparabili a quelli dei cittadini nati nel Paese. Questo suggerisce che il sistema svizzero è riuscito a creare meccanismi di integrazione efficaci, che permettono anche ai nuovi arrivati di sfruttare appieno le opportunità offerte dalla società

Le radici del successo elvetico

Cosa rende la Svizzera così diversa? Secondo lo studio lucernese una combinazione di fattori istituzionali e culturali. Il sistema formativo duale, che valorizza sia la teoria che la pratica, è un pilastro fondamentale. A questo si aggiungono un mercato del lavoro flessibile ma sicuro, che mantiene bassa la disoccupazione strutturale, e una stabilità politica e istituzionale: a differenza di altri Paesi che hanno subito shock economici, guerre o rivoluzioni capaci di ridisegnare le strutture sociali, la Svizzera ha beneficiato di una continuità istituzionale che ha permesso lo sviluppo di meccanismi di mobilità sociale robusti e duraturi. 

In definitiva, la ricerca svizzera non è solo un’analisi di dati. È il ritratto di una società che ha saputo coniugare prosperità e una certa  equità. E in un’epoca di crescenti disuguaglianze, come concludono i ricercatori, questa è forse la lezione più preziosa che la piccola Confederazione elvetica può offrire al mondo. 

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