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Le guerre raccontate dalla parte dei civili

Janine di Giovanni è una reporter di guerra americana. È stata nei Balcani, in Cecenia, Sierra Leone, Ruanda, Iraq e Siria. Il Telegiornale della Radiotelevisione svizzera RSI l’ha incontrata a Milano, nell’ambito della rassegna culturale ‘La Milanesiana’, dove ha presentato il suo ultimo libro: il conflitto in Siria raccontato attraverso le testimonianze della popolazione civile.

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Janine Di Giovanni ha passato la vita a raccontare le guerre nel mondo dalla parte dei più deboli. “Ogni volta che faccio una doccia”, giura, “guardo l’acqua scorrere e mi chiedo: quante persone nel mondo non hanno questo? Perché ho vissuto a lungo in luoghi dove mancava l’acqua, c’era la guerra e la gente non poteva aprire il rubinetto per bere, dove le scuole erano chiuse, dove non esisteva l’assistenza sanitaria.”

“Dispacci dalla Siria”

Il segno indelebile che queste esperienze hanno lasciato in Janine Di Giovanni, l’hanno spinta a fare del suo mestiere uno strumento di denuncia, con articoli, reportage, libri.

L’ultimo si intitola ‘Il giorno che vennero a prenderci. Dispacci dalla Siria’, e racconta il conflitto, appunto, attraverso le testimonianze della popolazione civile raccolte sul campo.

“Ho solo dato voce alle loro storie”

“In un certo senso non ho avuto altra scelta, era qualcosa che doveva essere scritto”, dice Janine Di Giovanni a proposito del libro. “Ho avuto la sensazione di non esserne stata neppure l’autrice: gli autori sono loro, i civili, sono le loro storie. Io le ho solo rubate perché volevo dar loro una voce, volevo fare in modo che la gente normale potesse leggerle e capire cosa sta succedendo in Siria.”

Stare dalla parte dei civili ha insegnato a Janine che tutte le guerre si assomigliano, a prescindere dalle forze politiche, dal luogo, dagli interessi: la devastazione e le atrocità non cambiano.

La vita “normale”

Anche il senso di colpa che la accompagna al rientro a casa è sempre lo stesso: “Una volta che hai sperimentato il dolore e l’essenza dell’umanità, delle sue sofferenze a causa della guerra, sia a Sarajevo, Ruanda, Bosnia, Iraq o Afghanistan, non importa dove, una volta che hai conosciuto tutto questo è estremamente difficile ritornare a una vita normale, agli aperitivi, ai pranzi in famiglia, senza più pensare a chi hai lasciato dietro di te.”

Quando non è in viaggio, Janine Di Giovanni studia giurisprudenza internazionale per aiutare le vittime di crimini di guerra e collabora con l’Alto commissariato ONU per i rifugiati.

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