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La fragilità emotiva di Theresa May

Dopo la disfatta del voto di giugno, voluto dalla stessa Theresa May per rafforzare la sua posizione prima delle trattative con l'Ue per la Brexit, la premier britannica era pronta a ritirarsi. Ecco un suo ritratto, ai più forse sorprendente, della donna che avrebbe voluto essere la "degna" erede di Margaret Thatcher.

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Mentre è in corso alla conferenza annuale dei Tory a Manchester, il nostro corrispondente in Gran Bretagna ci traccia un ritratto della politica Theresa May dopo lo “sciagurato” voto di giugno nel quale il suo partito ha mantenuto sì la maggioranza relativa ma che è stato sonoramente sconfitto dal ritorno inatteso dei laburisti di Jeremy Corbyn. 

Ne esce una donna fragile, al limite della crisi di nervi e pronta a ritirarsi e lasciare Downing Street al primo pretendente. Oggi Theresa May è ancora alla testa della nazione. Vediamo cosa è successo nei giorni dopo il voto.

Conferenza annuale dei Tory

Intanto ieri sera Boris Johnson ha animato la platea alla conferenza annuale dei Tory a Manchester affermando in fatto di Brexit che è tempo di “lasciar ruggire il leone britannico”.

Ma oltre a qualche frase ad effetto e patriottica sul “rinnovamento nazionale” grazie all’addio all’Ue il ministro degli Esteri non è andato: anzi è apparso piuttosto conciliante dopo le polemiche dei giorni scorsi che lo avevano visto in rotta di collisione con la premier Theresa May e gli altri componenti del governo conservatore per le sue ambizioni sulla poltrona più importante di Downing Street e le sue rivendicazioni euroscettiche.

Il capo del Foreign Office ha aggiunto che il risultato del referendum sull’addio all’Ue non deve essere considerato alla stregua di una “piaga”, ma proprio col divorzio da Bruxelles si apre un periodo di rinnovamento per il Paese. Si è arrivati a questo tono conciliante dopo una apertura della May, che in una intervista alla Bbc aveva teso la mano al suo indocile ministro. “Non voglio un governo di ‘yes-men'”, aveva detto la leader conservatrice parlando di un confronto all’interno dell’esecutivo in materia di Brexit. 

Boris Johnson favorito

Proprio i ministro degli Esteri britannico Boris Johnson è dato per favorito dalla base Tory nella successione alla premier Theresa May. È quanto emerge da un sondaggio di YouGov per il Times, secondo cui l’istrionico capo del Foreign Office è stato così premiato nel suo recente “azzardo” in cui ha criticato la linea della May in fatto di Brexit aumentando le divisioni del partito di governo.

Boris raggiunge il 23% dei consensi, seguito dalla leader dei conservatori in Scozia Ruth Davidson al 19% e dal criticato deputato Jacob Rees-Mogg al 17%. La maggioranza degli intervistati inoltre chiede che la May si faccia da parte una volte conclusi i negoziati sul divorzio da Bruxelles nel 2019. 

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