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IA nelle scuole: il corpo insegnanti svizzero vuole più regole

Immagine di un aula con insegnanti che utilizzano un computer portatile
In Svizzera sono sempre di più gli studenti e gli insegnanti che utilizzano strumenti di intelligenza artificiale (AI) in classe. © Keystone / Christian Beutler

Con un numero sempre maggiore di studenti e insegnanti che utilizzano strumenti di intelligenza artificiale (AI) in classe, i dati personali sensibili sono a rischio.

Insegnanti e alunni si preparano a tornare a scuola e, mentre il problema della carenza di personale è una costante, quest’anno c’è un’altra possibile minaccia nelle aule: l’intelligenza artificiale (IA). L’Associazione svizzera degli insegnantiCollegamento esterno chiede ora una serie di regole sull’IA e sui dati sensibili, come ha riferito lunedì la televisione pubblica svizzera SRFCollegamento esterno.

L’avvento in Svizzera di strumenti come il chatbot ChatGPT di OpenAI ha portato i professionisti e le professioniste (insegnanti compresi), a sfruttare le funzionalità della nuova tecnologia. Spesso, però, le e gli insegnanti si trovano a dover gestire dati estremamente sensibili quando scrivono relazioni sui loro studenti e studentesse, con informazioni private sulla loro vita, come per esempio un disturbo dell’apprendimento.

“Non ci sono istruzioni chiare per gli insegnanti su ciò che possono o non possono fare”, ha dichiarato a SRF Beat Schwendimann, membro del consiglio direttivo dell’Associazione. Schwendimann ha suggerito che vengano formate e formati su come gestire i dati sensibili online e su come evitare la fuga di informazioni.

Ha poi spiegato che, in quanto datore di lavoro di questo gruppo professionale, spetta al Governo svizzero e ai Cantoni redigere linee guida etiche per il trattamento dell’intelligenza artificiale valide per tutta la Svizzera.

Il mondo dell’intelligenza artificiale è ancora molto sconosciuto, soprattutto per quanto riguarda il modo in cui alcuni strumenti e app memorizzano i dati. Pertanto, EducaCollegamento esterno, un’agenzia specializzata incaricata dal Governo e dai Cantoni, ha raccomandato prudenza. “Suggerisco agli insegnanti di non inserire alcun dato personale in queste applicazioni”, ha dichiarato il direttore di Educa Tony Ritz.

Inoltre, la scorsa settimana la presidente dell’associazione degli insegnanti Dagmar Rösler ha criticato i Cantoni per non aver fatto abbastanza per risolvere il problema della carenza di insegnanti. L’associazione ha spiegato che la qualità dell’istruzione in Svizzera è a rischio e ha quindi lanciato un “Piano d’azione per la qualità dell’istruzione” in una campagna che inizierà in autunno.


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