In molti cantoni elvetici è vicina ormai la riapertura dell'anno scolastico e si torna a denunciare la cronica carenza di docenti.
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tvsvizzera.it/mrj
Manca poco alla riapertura delle scuole e la Svizzera continua a fare i conti con una carenza di insegnanti ormai diventata cronica. L’Associazione mantello degli insegnanti ha quindi lanciato a questo proposito una campagna nazionale per contrastare quella che viene definita una situazione di emergenza.
Oltre alla mancanza di personale, viene denunciato un altro problema emergente, messo in luce dal sindacato degli insegnanti romandi: quello della violenza psichica e fisica esercitata nei confronti dei e delle docenti.
“Non è possibile che delle soluzioni di emergenza diventino la normalità”. Per troppo tempo, è stato fatto troppo poco” hanno detto i responsabili dell’associazione. “Ho l’impressione che il problema non sia stato preso sul serio. Si pensava che potesse scomparire da solo. Stiamo parlando di una carenza, sia qualitativa, sia quantitativa, che minaccia la qualità dell’insegnamento” ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI la presidente dell’Associazione Dagmar Rösler. “Negli ultimi anni, i buchi sono spesso stati tappati con personale privo di un’adeguata formazione pedagogica. Oppure sono stati richiamati docenti già in pensione. Non si può andare avanti così”.
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Nei prossimi anni nelle scuole elementari il numero degli allievi e delle allieve aumenterà del 14%, mentre allo stesso tempo molti e molte docenti e direttrici e direttori andranno in pensione. Lo scopo della campagna che verrà lanciata in autunno è anche quello di esercitare pressione sulle autorità cantonali competenti.
Non solo: nella Svizzera francese e tedesca intende anche sensibilizzare sul problema della violenza esercitata sul corpo docenti. “È un fenomeno in aumento”, ha detto il presidente del Sindacato degli insegnanti romandi David Rey. Secondo uno studio, nella Svizzera tedesca due insegnanti su tre hanno subito, negli ultimi cinque anni, atti di violenza psichica o fisica. Una situazione simile è stata riscontrata anche nel Giura dove riguarda il 56% dei e delle docenti negli ultimi due anni.
Secondo Rey il problema può essere risolto solo se ognuno dà il proprio contributo: “Tutti devono essere coinvolti in questo processo. Autorità politiche, insegnanti, genitori, ma anche gli stessi studenti e studentesse”.
La situazione è migliore nella Svizzera italiana su entrambi i fronti: in Ticino la mancanza di docenti è rientrata e i casi di violenza sono minori e isolati, mentre nei Grigioni non ci sono né posti vacanti né casi di violenza.
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