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Fiscalità imprese, la Svizzera cerca l’equilibrio

Su impulso dell'Ue e dell'OCSE, saranno aboliti i privilegi fiscali per le società estere; obiettivo della Riforma III è però anche evitarne l'esodo

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La Svizzera deve rimanere competitiva per le aziende estere dal punto di vista fiscale. È questo l’obiettivo della Riforma III deIl’imposizione delle imprese, che il Consiglio nazionale ha iniziato a discutere mercoledì mattina.

Il rischio di un esodo è reale: molte società straniere sono infatti finite nel mirino dell’Unione Europea e dell’OCSE, che taccia di concorrenza sleale il sistema fiscale svizzero.

Abolire i privilegi fiscali per le società estere, ma convincerle a restare in Svizzera, grazie a delle nuove misure fiscali che siano accettate dall’Unione europea. La Riforma III dell’imposizione delle imprese, in estrema sintesi, è questo.

“La fiscalità svizzera, come quella di altri paesi”, osserva la deputata verde-liberale Isabelle Chevalley, “non corrisponde più agli standard internazionali e dal rispetto di questi standard dipende l’accesso al mercato internazionale per le nostre imprese”.

“L’obiettivo di questa riforma”, precisa il consigliere nazionale UDC Thomas Matter, “è difendere la creazione di valore aggiunto, difendere i posti di lavoro, oltre che garantire a lungo termine il substrato fiscale.”

Come fare? Ad esempio, con un pacchetto di misure fiscali quali i Patent Box, ovvero le deduzioni per chi fa degli utili grazie a dei brevetti, oppure la tassa sul tonnellaggio, anziché sugli utili, per le molte società internazionali di navigazione basate in Svizzera.

Poi, dato che anche le società estere saranno tassate in via ordinaria, per non farle scappare, sarà diminuita l’imposta sull’utile.

Di questo però beneficeranno anche molte imprese svizzere, pagando meno imposte e togliendo alle casse di Confederazione e Cantoni circa un miliardo e 300 milioni di franchi. Per questo, la riforma alla sinistra non piace.

“Di questo festival delle deduzioni fiscali nessuno può prevedere le conseguenze”, dice Beat Jans del PS, “nessuno può sapere dove porterà e per questo noi lo rifiutiamo”.

“I vecchi privilegi saranno sostituiti con dei nuovi privilegi”, aggiunge il verde Louis Schelbert, “e la collettività sarà chiamata alla cassa”.

Il lungo e complicato dibattito terminerà giovedì, e il Nazionale (camera bassa), come il Consiglio degli Stati (camera alta), dovrebbe accogliere la riforma. Il partito socialista però ha già detto che lancerà il referendum.

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