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Unicef, la mortalità neonatale rimane elevata

L'Unicef ha lanciato martedì una campagna che ha lo scopo di prevenire la mortalità neonatale nel mondo, un fenomeno spesso legato alla povertà. 

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Sebbene da 25 anni a questa parte la mortalità infantile sia notevolmente diminuita, così non è per quella neonatale. Ogni anno, infatti, 2,6 milioni di bambini muoiono prima di raggiungere il primo mese di vita. Fra questi, 1 milione esala l’ultimo respiro a meno di un giorno di distanza dal primo. Altri 2,6 milioni, invece, perdono la vita prima ancora di venire alla luce.

Tra il 1990 e il 2016 il tasso di mortalità per i bambini di un’età compresa tra 1 mese di vita e i 5 anni è diminuito del 69%, quello dei bambini più piccoli solo del 49%.  

Sono queste le drammatiche cifre che l’Unicef Collegamento esternosottolinea lanciando la campagna Every Child Alive Collegamento esterno(Ogni bambino vivo). La maggior parte di queste vite potrebbe essere salvata se madre e neonato avessero accesso a sufficienti cure sanitarie, ma anche solo ad abbastanza cibo o acqua pulita. 

La mortalità neonatale, insomma, è strettamente legata alla povertà.  Nei paesi a basso reddito, la media del tasso di mortalità neonatale è di 27 morti su 1’000 nati. Nei paesi ad alto reddito, il tasso scende a 3 su 1’000.

Nel rapporto pubblicato martedì, l’Unicef sottolinea che 8 dei 10 luoghi più pericolosi per nascere si trovano in Africa Subsahariana, dove le donne in gravidanza hanno probabilità molto inferiori di ricevere assistenza durante il parto. 

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