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Pesanti conseguenze per l’aviazione civile

Il tabellone dell aeroporto Tegel di Berlino: tutti i voli sono stati cancellati.
Le restrizioni ai voli e la riduzione della domanda significano che non c'è quasi attività sul trasporto passeggeri. Keystone / Michael Kappeler

Prosegue il drastico crollo del traffico aereo nei cieli europei a causa delle restrizioni senza precedenti imposte in Europa per limitare l'epidemia di coronavirus. Domenica hanno volato appena 3.352 velivoli, l'88% in meno rispetto a un anno fa.

L’ultima compagnia, ma solo in ordine di tempo, è stata EasyJet: la sua intera flotta da lunedì è ferma a terra, bloccata – come molte altre – dalle restrizioni di viaggio senza precedenti imposte in tutta Europa dalla pandemia di coronavirus. Una ciclopica crisi sanitaria, ed economica, che sta falcidiando il traffico aereo, esponendolo alla prospettiva concreta di precipitare verso l’anno zero, con la Iata che intanto stima 39 miliardi di dollari di perdite nel secondo trimestre 2020 per l’insieme dei vettori globali e un salasso da 61 miliardi delle riserve di cash.

“I mesi successivi all’11 settembre sono stati difficili, ma questa è un’emergenza globale, di altra portata – commenta all’ANSA l’analista britannico David Paul Gleave -: il problema non è solo come volare negli Usa, ma proprio la cancellazione di tutti i voli”. 

Che sono stati più di 100’000, nell’ultima settimana nella sola Europa, con una riduzione fino all’90% dei collegamenti internazionali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “Molte compagnie aeree guadagnano in estate, e perdono soldi in inverno. Se questa situazione proseguirà, numerosi vettori sono destinati a fallire ancor prima che avremo trovato il vaccino contro il coronavirus”, avverte Gleave.

Gli unici collegamenti internazionali ancora garantiti sono quelli per il rimpatrio di connazionali, i cargo che trasportano materiale sanitario e quelli militari. E senza una data certa per la riapertura dei voli commerciali, le previsioni economiche – nel breve termine – appaiono sempre più allarmanti. Lufthansa, il più grande gigante d’Europa, ha già dimezzato la sua flotta per aprile, quando si toccherà il picco dell’attuale bufera.

“Solo un paio di settimane fa l’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) calcolava a regime perdite a livello mondiale per 113 miliardi di dollari, salite negli ultimi giorni a 252 – sottolinea Chris Tarry, fondatore della società di consulenza CTAIRA -. Ciò equivale a circa il 40% del fatturato 2019. Ne seguirà una ripresa drammaticamente lenta”, se va bene.

Le misure di Ue e USA

Per affrontare il crollo di prenotazioni, l’Unione europea ha sospeso, fino a ottobre, le norme sugli slot aeroportuali, che costringono le compagnie aree a far volare aerei anche vuoti per non perdere le bande orarie l’anno successivo. Ma secondo gli esperti serviranno almeno 200 miliardi di dollari (sotto forma di prestiti e tagli di tasse) per salvare l’aviazione civile e scongiurare un catastrofico effetto domino su scali, industria aeronautica e attività commerciali. 

“Nonostante gli sforzi degli Stati per proteggere le compagnie e i loro dipendenti, dobbiamo rassegnarci a vedere molte di queste fallire. E anche chi sopravvivrà diverrà inevitabilmente più piccolo”, allarga le braccia Tarry. Un ridimensionamento giustificato dal mercato, che – per il 2020, in Europa – intravvede un calo del 46% della domanda. 

Primo segnale di quello che – guardano oltre gli esperti – potrebbe preludere ad un radicale cambio di abitudini: meno viaggi d’affari sostituiti da videoconferenze, come è d’obbligo adesso; meno vacanze in remote mete esotiche a favore di spostamenti magari in treno, a corto raggio, di minor impatto ambientale. Quasi l’effetto di una “rivoluzione virale”.

In una settimana, i voli nei cieli europei sono calati da 7.536 a 3.352, con una diminuzione rispetto a un anno fa che è scivolata di oltre 15 punti percentuali, dal 71,7% all’88%.

Brennan ha fornito un aggiornamento anche sul traffico aereo da e per gli Stati Uniti. Domenica il calo è stato del 73%, ma fra i voli rimanenti sono contati anche i cargo per il trasporto merci.

Ecco il servizio del telegiornale.

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