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Svizzera e Italia continuano a contendersi il personale infermieristico

fotografati di spalle un infermiera tiene sotto il braccio un(a) paziente anziano/a
Infermiere e infermieri lombardi preferiscono lavorare all'estero. Keystone / Sebastian Gollnow

Infermiere e infermieri lombardi preferiscono lavorare all’estero poiché le condizioni di lavoro in patria non sono soddisfacenti.  

Il personale infermieristico lombardo preferisce lavorare all’estero perché in Lombardia manca personale e quindi la mole di lavoro è grande, ma i salari sono bassi. Per questo motivo molte persone scelgono di lavorare in Svizzera, dove i salari sono tre volte più alti (circa 4’500 franchi contro i 1’500 euro percepiti in Italia). Una situazione che ha portato i vertici sanitari lombardi a lanciare l’allarme: bisogna invertire la rotta, dicono. 

“In Lombardia mancano 9-10’000 infermieri per poter coprire il fabbisogno rispetto alla percentuale tra infermieri e cittadini”, ha detto ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI Aurelio Filippini dell’Ordine delle professioni infermieristiche della Lombardia. Se si recuperassero i 6-7’000 che lavorano all’estero, aggiunge, il problema sarebbe risolto.  

Per Aurelio Filippini, per trattenere un maggior numero di lavoratori e lavoratrici in Italia”sarebbe il caso d’intervenire con qualche incentivo e benefit stabile nel tempo”, come per esempio dei buoni per la benzina o per la spesa. Se non si possono aumentare gli stipendi, insomma, bisogna almeno cercare di farli valere di più.  

Inoltre, una cosa che manca molto, sottolinea, sono le borse di studio: “Siamo professionalmente – come livello di base – molto elevati. È però richiesto un costante approfondimento. Le professioni della sanità hanno bisogno di professionisti preparati.”   

Nel canton Ticino, che impiega una grande maggioranza del personale infermieristico lombardo che rinuncia a lavorare in patria, però, la situazione non è rosea: secondo l’Associazione svizzera degli infermieri e delle infermiere (ASI), sezione Ticino, se venissero a mancare la forza lavoro frontaliera questa non farebbe che peggiorare. 

“Due terzi delle infermierein Svizzera abbandonano la professione precocemente. E spesso queste persone hanno meno di 35 anni”, spiega Roberto Guggiari dell’ASI Ticino. Un chiaro segnale della situazione di questo mestiere. Bisogna ora trovare delle soluzioni perché si va incontro a una penuria entro il 2030, “ma siamo già su questa strada”.  

Soluzioni, in parte, contenute nell’applicazione – ancora incompleta –  dell’iniziativa per cure infermieristiche fortiCollegamento esterno approvata dal popolo svizzero due anni fa e che potrebbero in un certo senso frenare le infermiere e gli infermieri lombardi dall’immaginare un ipotetico ritorno in Italia. “Anche per le opportunità di formazione che hanno”, aggiunge Guggiari.  


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