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Baran, una vita per la motocicletta

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Questo contenuto è stato pubblicato il 29 maggio 2017
tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 28.5.2017)

In Iran le donne non potrebbero andare in moto. Sfidando il regime e un padre ufficiale dell’esercito, Baran, 31 anni, ha però deciso di dedicarsi a tempo pieno alla sua passione, diventando motociclista professionista. Il reportage della Radiotelevisione svizzera

In tutto l’Iran, sono solo sei le motocicliste professioniste. Baran è una di loro. Per parecchio tempo è andata in modo di nascosto. Dieci mesi fa, però, la federazione iraniana di motociclismo ha stabilito che le donne potevano correre almeno su pista.

Anche nel mondo del lavoro le cose stanno impercettibilmente cambiando nella Repubblica islamica. Azadeh Sepasgozar ha fondato una ditta attiva nell’informatica nel 2003. “La legge non mi vietava di dirigere un’impresa, ma gli uomini non accettavano che una donna potesse avere un ruolo di responsabilità”, afferma. “Oggi la diffidenza rimane, ma il contesto è diverso, perché molte altre donne hanno preso coraggio”.

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