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Damasco in soccorso dei curdi assediati dai turchi ad Afrin

Si sta complicando il frastagliato teatro di guerra siriano. Cacciati i terroristi dell’Isis dalle loro roccaforti, continuano gli scontri tra lealisti e opposizione armata mentre l’offensiva turca contro i curdi, sotto assedio dal 20 gennaio nell’enclave di Afrin, rischia di estendersi pericolosamente. 

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Confermando le voci che circolavano da alcuni giorni i media governativi hanno diffuso la notizia secondo la quale Damasco ha stretto un’alleanza militare con le forze curde, che prevede sostegno ai combattenti dell’Ypg (l’ala siriana del Pkk).

Milizie ausiliarie, hanno reso noto queste fonti ufficiali, sono dirette nel distretto di Afrin, ritenuto strategico da Ankara, a sostegno della “resistenza” contro “l’aggressione turca”.

In proposito nei giorni scorsi il vice ministro degli esteri siriano Faysal Miqdad aveva affermato che la Siria considera Afrin parte integrante del paese e che non cederà un centimetro del suo territorio.

La regione contesa è circondata a nord e ad ovest dal confine con la Turchia mentre la fascia meridionale è controllata dalle forze turche. 

Sempre in giornata l’esercito turco ha informato che nel corso dell’offensiva “Ramoscello d’ulivo” sono stati “neutralizzati” (uccisi, feriti o catturati) 1’641 combattenti dell’Ypg e dell’Isis e sono state conquistate 72 località o zone strategiche nella regione.

Fin dall’inizio del conflitto siriano Ankara ha mostrato ostilità nei confronti del regime di Damasco, guidato dall’etnia alauita, appoggiando l’insurrezione armata sunnita e almeno in una prima fase, secondo fonti accreditate, persino i falangisti dell’Isis.

 

 

 

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