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Divorzio all’italiana, la Cassazione rivoluziona l’assegno

Non accennano a placarsi le discussioni e le prese di posizione in Italia sulla contestata sentenza della Cassazione che ha apportato importanti modifiche all’istituto del divorzio.

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Con la decisione 11504 l’alta corte ha stabilito mercoledì nuovi criteri per l’assegnazione dell’assegno all’ex coniuge che va commisurato non tanto al tenore di vita goduto precedentemente ma all’autosufficienza economica. In proposito i giudici hanno precisato che il matrimonio, in quanto “atto di libertà e autoresponsabilità”, non può essere considerato “una sistemazione definitiva”.

Nel caso specifico la Cassazione, chiamata a pronunciarsi su una causa intentata dall’ex moglie di un ex ministro, le ha negato l’assegno non perché, in quanto imprenditrice, si supponeva che avesse redditi adeguati, come decretato dalla Corte d’appello di Milano nel 2014, ma perché occorre “superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come sistemazione definitiva” e quindi non è “configurabile un interesse giuridicamente rilevante e protetto dell’ex coniuge a conservare il tenore di vita matrimoniale”.

E c’è già chi ha parlato in riferimento al nuovo orientamento della Cassazione di “terremoto giurisprudenziale”. Ma piovono pure le critiche di chi vede nella sentenza un attacco al coniuge più debole. Nel servizio del TG il parere degli esperti.

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