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Crisi a Gerusalemme, Israele non indietreggia

Il governo israeliano ha deciso la scorsa notte che i metal detector alla Spianata delle Moschee non saranno per il momento rimossi. Nel frattempo la polizia di Gerusalemme ha adottato misure di emergenza per prevenire disordini oggi durante le preghiere del venerdì. 

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L’ufficio del premier Benyamin Netanyahu, ha infatti precisato che ”Israele resta vincolato dallo status quo sul Monte del Tempio (spianata delle Moschee, ndr) e alla libertà di culto nei Luoghi santi. Il Consiglio di difesa autorizza la polizia a prendere ogni decisione per garantire il libero accesso ai luoghi santi, assicurando la sicurezza e l’ordine pubblico”.

Per prevenire disordini oggi durante le preghiere del venerdì la polizia di Gerusalemme ha intanto adottato misure di emergenza. 

In particolare – ha reso noto una portavoce – l’ingresso in Città Vecchia e alla Spianata delle moschee sarà limitato ai musulmani di età superiore ai 50 anni, mentre per le donne non ci sono limitazioni. ”Sappiamo – ha precisato – che elementi estremisti vogliono infrangere l’ordine pubblico ricorrendo a violenze”. Ieri in quella zona si sono verificati incidenti. 

Incontro tra Olp e al-Fatah

Una riunione urgente dei vertici dell’Olp e di al-Fatah è stata convocata oggi a Ramallah (Cisgiordania) dal presidente palestinese Abu Mazen per discutere la “pericolosa escalation israeliana alla moschea al-Aqsa'”.

Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa secondo cui il presidente palestinese chiede la rimozione immediata dei metal detector installati da Israele presso la Spianata delle Moschee.

Abu Mazen è stato costretto ad abbreviare una visita ufficiale in Cina per seguire da vicino l’evolversi della crisi a Gerusalemme. 



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