I 10 anni della crisi innescata dai famigerati subprime
La più grave crisi finanziaria dal 1929, che ha messo in ginocchio interi continenti - e non è estranea alle recenti spinte disgregazioniste in Europa - è iniziata esattamente 10 anni fa: il 9 agosto 2007 BNP Paribas lanciò l'allarme, congelando tre fondi che investivano in obbligazioni Usa garantite dai famigerati prestiti immobiliari subprime, ossia mutui ad alto rischio.
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tvsvizzera/spal con RSI (Tg del 9.8.2017)
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Lo stesso giorno la banca centrale statunitense (Federal Reserve) iniettava sul mercato 95 miliardi di dollari, dando il via a una fase di misure d’emergenza e salvataggi con i soldi pubblici. Nell’autunno dello stesso anno ci sono i clienti di Northern Rock in fila per ritirare i depositi.
La crisi culmina con il crac Lehman il 15 settembre 2008 e subito dopo coinvolge il nocciolo duro del sistema economico, precipitando Usa ed Europa nella peggior recessione dagli anni Trenta a cui segue una ripresa lenta, irregolare, non sufficientemente sorretta da politiche economiche adeguate in gran parte del mondo.
Tra il 2007 e il 2009 la chiusura dei rubinetti del credito bancario gela i consumi e gli investimenti mentre gli interventi di salvataggio fanno volare l’indebitamento degli Stati che sono costretti a manovre di rientro dolorose e impopolari, che fanno crescere i movimenti sovranisti e antieuropei.
Negli ultimi tempi gli indicatori economici, grazie soprattutto all’immissione continua di liquidità sui mercati da parte di Fed e Bce, sembrano essere decisamente migliorati ma il PIL italiano resta inferiore a quello del periodo ante crisi.
A preoccupare semmai è la deregulation in atto del sistema finanziario promossa dall’amministrazione Trump, che potrebbe favorire il ripetersi della catena di errori e mancati controlli all’origine della grave crisi di cui stiamo ancora oggi subendo gli influssi negativi.
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