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La Svizzera introduce sanzioni nei confronti dell’Iran

manifestante con cartelli anti iran
Teheran ha fornito droni alla Russia per la guerra in Ucraina. Keystone / Sergey Dolzhenko

La Svizzera ha deciso di adottare le nuove sanzioni dell’Unione europea contro l’Iran a causa del sostegno di Teheran verso la Russia nel quadro della guerra in Ucraina.

L’Iran ha sostenuto la Russia nel suo ruolo nella guerra in Ucraina, fornendo a Mosca dei droni militari e per questo motivo la Svizzera ha deciso di adottare nei confronti di Teheran (che nega di essere dietro alle forniture) le nuove sanzioni decise dall’Unione europea.

L’ordinanza sulle misure da prendere in relazione al conflitto ucraino è stata adeguata a seguito di una decisione del Dipartimento federale dell’economia (DEFR). L’elenco aggiornato dei sanzionati è entrata in vigore martedì alle 18, ha fatto sapere la Segreteria di Stato dell’economia (SECO).

I colpiti sono un’azienda e tre alti ufficiali militari, accusati di essere coinvolti nello sviluppo e nella consegna di droni da combattimento Shahed 136 alle truppe di Mosca. La società Shahed Aviation Industries, un’affiliata alle forze aeree del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, il noto organo militare iraniano, è responsabile, secondo la SECO, della progettazione e dello sviluppo di una serie di droni forniti ai russi e utilizzati in Ucraina. Gli individui interessati sono invece il maggior generale Mohammad Hossein Bagheri, capo di Stato maggiore delle forze armate di Teheran, il generale Sayed Hojatollah Qureishi e il generale di brigata Saeed Aghajani.

Bagheri occupa attualmente la più alta carica militare in Iran, mentre Aghajani, in quanto comandante della sezione droni dei Guardiani della rivoluzione, supervisiona la consegna di tali aeromobili a pilotaggio remoto agli alleati internazionali. Dal canto suo, Qureishi è il responsabile della divisione in seno al ministero della difesa che negozia l’accordo di fornitura con la Russia. A loro è vietato ormai l’ingresso in Svizzera, dove non potranno nemmeno più fare affari e tutti i beni che possiedono nella Confederazione saranno congelati.

Che la Confederazione si allinei alle sanzioni adottate dall’UE non è una novità e capita più spesso di quanto in realtà possa sembrare. La Svizzera, infatti, spesso segue le decisioni in questo senso prese sia dall’ONU che dall’UE. Attualmente, per esempio, seguendo le Nazioni Unite, Berna ha introdotto sanzioni nei confronti di Iraq, Sudan, Corea del nord, Libano, Somalia, Repubblica Centrafricana, Yemen e Mali. Allineandosi a Bruxelles ha preso le stesse misure nei confronti di Myanmar, Zimbabwe, Bielorussia, Russia, Burundi, Guinea, Siria, Venezuela e Nicaragua. ONU e UE hanno inoltre introdotto, di comune accordo, sanzioni nei confronti di Iran, Repubblica democratica del Congo, Guinea-Bissau, Sud Sudan e Libia, alle quali si è unita anche la Svizzera. Da notare che l’unico Paese per il quale Berna non ha seguito Bruxelles è la Turchia e che per quanto riguarda il Burundi e l’Iran, Berna ha adottato solo una parte delle misure.

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