La Svizzera finanzia con decine di milioni di franchi un terminal ferroviario a Milano
Berna sosterrà con un contributo massimo di 66,3 milioni di franchi la costruzione di un terminale di trasbordo merci a est di Milano. Non è la prima volta che la Svizzera finanzia progetti ferroviari in Italia e all'estero. Negli ultimi 20 anni sono stati spesi per questi interventi oltre un miliardo di franchi.
L’Ufficio federale dei trasporti (UFT) ha reso noto giovedì la decisione delle autorità svizzere di finanziare questo progetto che contribuirà a spostare il traffico merci dalla strada alla rotaia.
“L’impianto – precisa l’UFT in un comunicatoCollegamento esterno – permetterà di trasbordare ogni anno su rotaia circa 150’000 invii di autocarri, di cui una parte consistente destinata a nord delle Alpi svizzere”.
Il nuovo terminale sorgerà nell’area di una stazione di smistamento dismessa situata a est della metropoli (“Milano Smistamento”). Sarà lungo 750 metri e disporrà di due fasci di sei binari e un totale di sei gru a portale.
La Confederazione ha riconosciuto alla Teralp, l’azienda che realizza e gestisce terminal ferroviari merci nel nord Italia e nella quale la svizzera Hupac detiene delle partecipazioni, un contributo di massimo 66,3 milioni di franchi, subordinato a diverse condizioni, tra cui l’obbligo per la società di trasbordare per dieci anni determinati volumi minimi.
I fondi provengono dal credito quadro approvato dal Parlamento per il finanziamento di contributi d’investimento a favore di impianti privati per il traffico merci, che per il periodo 2021–2024 prevede una dotazione di 300 milioni di franchi.
Numerosi investimenti all’estero
Questo genere di investimenti all’estero nell’infrastruttura ferroviaria non è una novità per la Svizzera. Negli ultimi vent’anni, Berna ha stanziato oltre un miliardo di franchi, stando a quanto ci comunica l’UFT.
La Confederazione sostiene la realizzazione di questi terminali per il trasporto combinato e altri interventi quando sono ritenuti utili per raggiungere l’obiettivo di trasferire il traffico merci dalla strada alla ferrovia.
La Legge federale sul trasferimento del traffico merci, elaborata in seguito all’accettazione dell’Iniziativa delle Alpi nel 1994, prevede infatti che per proteggere la regione alpina i trasporti devono essere effettuati principalmente su rotaia.
L’obiettivo di un massimo di 650’000 camion all’anno attraverso le Alpi è però ancora lontano.
+ Il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia stagna
In Italia, la Confederazione ha cofinanziato in particolare i terminal di Busto Arsizio-Gallarate e di Melzo, tra Milano e Bergamo. Investimenti sono stati fatti anche a Duisburg, in Germania, e a Anversa, in Belgio.
L’impianto di Busto Arsizio-Gallarate, gestito dalla Hupac, è stato quello che ha richiesto il maggiore sforzo da parte di Berna, che tra il 2005 e il 2020 ha contribuito al suo cofinanziamento con 100 milioni di franchi. A Melzo, la Confederazione ha speso invece 9,5 milioni.
Oltre a finanziare parte dell’infrastruttura a Milano-Smistamento, la Svizzera ha inoltre previsto di contribuire ai lavori d’ampliamento del terminal di Piacenza con 27 milioni.
Non solo terminal
Queste infrastrutture per il trasbordo delle merci sono però solo una delle voci di spesa. La Confederazione ha infatti contribuito (o ha previsto di contribuire) a diversi lavori di miglioria dell’infrastruttura ferroviaria.
In Francia, ad esempio, ha versato 180 milioni per il rifacimento della linea Bellegarde–Nurieux–Bourg-en-Bresse, ad ovest di Ginevra.
In Italia, l’investimento più importante è stato finora sulla tratta Bellinzona-Luino-Gallarate, lungo la quale transitano molti treni merci diretti a sud o a nord del continente. Berna ha investito 120 milioni per realizzare interventi strutturali e creare il cosiddetto corridoio di quattro metri, che permette di trasportare in treno semirimorchi alti appunto fino a quattro metri.
Su questa linea i lavori si sono conclusi secondo programma e dalla fine del 2020 il transito di treni con carichi con altezza agli angoli di quattro metri è possibile su tutta la lunghezza dell’asse del San Gottardo fino ai terminali nell’Italia del Nord.
L’investimento più importante è però quello sulla tratta a sud del Sempione, tra Domodossola e Gallarate-Novara. Anche in questo caso si tratta di creare un corridoio di quattro metri. Il contributo elvetico previsto è di 148 milioni. Contrariamente alla linea di Luino, qui i cantieri sono ancora in corso. L’Italia, che partecipa con 103 milioni di euro, si è impegnata a realizzare l’opera entro il 2028.
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