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La realtà della violenza ostetrica in Svizzera

partoriente con bebè
Per molte donne il parto può essere un'esperienza traumatica. © Keystone / Christian Beutler

La violenza ostetrica in Svizzera è una realtà sentita da molte donne, stando a due studi distinti.

Stando a una ricerca dell’Ospedale universitario di Losanna (CHUV), una mamma su tre in Svizzera ha ricordi traumatici del proprio parto, mentre in un’inchiesta della Scuola professionale di Berna una donna su quattro dichiara di aver subito qualche forma di coercizione durante il travaglio.

Secondo alcune testimonianze raccolte dalla Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, c’è chi è stata quasi completamente ignorata dalla levatrice durante il travaglio – “Stava seduta al PC e ogni tanto si girava per controllarmi” – o chi non è stata visitata nonostante gli appelli – “Nelle prime quattro ore continuavo a suonare il campanello. Gli operatori sanitari si affacciavano, ma non mi visitavano. Alla fine era troppo tardi per l’epidurale” – o ancora chi si è vista ristretta nei movimenti senza saperne la ragione – “Mi hanno legato le braccia senza spiegarmi il motivo. Forse era dovuto a una mia condizione medica. In ogni caso l’ho vissuta male”.

Parto traumatico per una donna su tre, perché?

Nel rapporto dell’ONU sulla violenza contro le donne si legge che il fenomeno si verifica in tutto il mondo. Si parla di procedure mediche non necessarie, di personale inesperto, di violazione della privacy, ma anche di umiliazione, abuso verbale e affermazioni sessiste. Situazioni che le donne devono poi elaborare, affidandosi a psicologi o rivolgendosi a gruppi di aiuto.  

Il dialogo è molto importante in questi casi e molti professionisti invitano le donne che hanno vissuto episodi di questo tipo a segnalarli affinché non capitino più e sensibilizzare il personale sul tema.

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