Luci e ombre sul passato dell'artista svizzero che piaceva ai nazisti.
Keystone / Walter Bieri
Una vasta collezione del noto artista svizzero Grock è stata donata alla città di Bienne che ora vuole indagare anche sui rapporti tra il clown elvetico e il regime nazista.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
La Città di Bienne, attraverso il suo Nouveau Musée Bienne, è entrata in possesso di una vasta collezione dell’artista circense svizzero Grock (1880-1959).
L’inventario durerà diversi mesi. Il museo intende far luce sui legami tra il “re dei clown” e il regime nazista.
“Quella che riceviamo è una collezione importante”, ha spiegato la direttrice, Bernadette Walter, al Journal du Jura. Secondo lei gli oggetti dell’artista, all’anagrafe Adrien Wettach di Loveresse nel Giura bernese, sono “iconici”.
Fra questi, ci sono numerosi suoi strumenti, fra cui la concertina, una parrucca calva, il famoso pantalone a quadretti rosso e bianco nonché altri elementi del costume. Senza dimenticare dischi, componimenti, foto originali e poster.
Stando al Journal du Jura, il nipote di Grock, il grafico zurighese Raymond Naef, aveva già messo in piedi un’esposizione nel 2002. Il 74enne ha espresso un desiderio: tutto deve rimanere accessibile a fini scientifici e di ricerca. Un’eventuale nuova esposizione biennese chiarirebbe senza dubbio in maniera più completa le relazioni di Grock con i nazisti.
Un’eredità preziosa quella ricevuta dal museo di Bienne ma anche ingombrante, perché Grock aveva le sue zone d’ombra. Si scambiava biglietti di auguri con Adolf Hitler e quest’ultimo avrebbe assistito più volte ai suoi spettacoli.
Per Bernadette Walter questa parte della sua vita non va nascosta. “Sappiamo che Grock ha suonato per i nazisti negli anni ’30. Hitler, Goebbels o Himmler l’hanno visto. Suonava spesso in Germania perché era ben pagato. Era il clown preferito dai nazisti”.
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