Il San Gottardo come non l’avete mai visto: al Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) è possibile ammirare in questi giorni un modello digitale del paesaggio fra Bodio ed Erstfeld.
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Nel grande atrio del Politecnico di Zurigo in questi giorni è possibile ammirare il massiccio del San Gottardo come non era mai stato visto finora. Si tratta di un modello digitale estremamente preciso del paesaggio fra Bodio ed Erstfeld, con boschi, villaggi, strade, ma anche tunnel sotterranei. Grazie a una tecnologia innovativa si può guardare il San Gottardo da più prospettive contemporaneamente proiettate su grande schermo.
Nel modello appaiono strutture che normalmente non sono visibili, come per esempio le gallerie elicoidali della vecchia linea ferroviaria nella montagna intorno alla celebre chiesa di Wassen. “Siamo completamente nel sottosuolo, come se fossimo una talpa, vediamo una realtà del tutto diversa rispetto a quella a cui siamo abituati”, ha raccontato ai microfoni della Radiotelevisione svizzera Christophe Girot, professore di architettura del paesaggio, alla guida – insieme a Johannes Rebsamen – del gruppo di ricercatori che hanno ideato il modello.
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Oltre alle immagini in 2D, un’immersione ancora più realistica è resa possibile grazie all’uso di occhiali per la realtà virtuale. Il modello digitale del paesaggio del San Gottardo è il frutto di un progetto durato 10 anni, che si basa su milioni di punti registrati e un’infinità di dati raccolti da più fonti. “L’innovazione – spiega Johannes Rebsamen – sta nel riunire molti gruppi di dati di provenienza diversa in un enorme modello. I pacchetti di dati in sé sono elementi aridi e il nostro compito è di elaborare il tutto per rendere il modello percepibile, per muoverci quasi fisicamente tra informazioni e fatti.”
Il modello è anche (e soprattutto) uno strumento prezioso per la ricerca, per lo studio del paesaggio e delle infrastrutture. “È un corpo fisico che permette di fare numerose simulazioni ambientali e di urbanistica e che diventerà uno strumento essenziale per il futuro”, sottolinea Girot.
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