Il Po quasi in secca e c’è chi chiede l’aiuto della Svizzera
Il fiume Po è confrontato con la più grave siccità degli ultimi 70 anni. Per cercare di attenuare la carenza idrica, alcuni domandano alla Svizzera di cedere un po' della sua acqua, aprendo i rubinetti dei bacini idroelettrici.
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tvsvizzera.it/mar con agenzie
I livelli del Po sono talmente bassi che in alcune zone sono riaffiorati reperti che non si vedevano da decenni. Nei pressi di Gualtieri, tra Cremona e Ferrara, si può ad esempio vedere una chiatta affondata nel 1944.
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La richiesta della Lombardia al Ticino di far affluire l’acqua nel Lago Maggiore non è stata accolta per mancanza di riserve d’acqua.
Il cuneo salino ha raggiunto addirittura i 21 chilometri. Quando la portata è troppo debole, infatti, l’acqua salata del mare risale lungo il corso del fiume, rendendola però inutilizzabile per l’agricoltura.
Da oltre 100 giorni nella regione non piove e di neve sulle Alpi non ce n’è più. La situazione è drammatica: senz’acqua, è a rischio fino al 50% della produzione agricola e zootecnica del Bacino padano, tra i più importanti d’Italia. A lanciare l’allarme è stata la Confederazione italiana agricoltori. L’emergenza riguarda però anche famiglie e industrie dell’area, con l’ipotesi di razionamenti, nonché il comparto turistico.
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La Regione Piemonte ha annunciato che chiederà al Governo di instaurare il livello massimo di allerta, ovvero quello rosso, “in modo da poter intervenire con i mezzi della protezione civile o per decidere gli utilizzi delle acque”, ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati.
Aprire i rubinetti delle dighe
Il Lago Maggiore, principale riserva per il Po, è già sotto lo zero idrometrico e quindi poca acqua può defluire a valle, anche aprendo le paratie nella zona di Sesto Calende, che regolano il livello del fiume Ticino, che poi confluisce nel Po.
Un’altra possibilità è di aprire i rubinetti dei bacini idroelettrici, tra cui quelli svizzeri. Il capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, Marco Grimaldi, ha così chiesto l’intervento del Governo, per convincere la Svizzera a cedere un po’ della sua acqua. Lo stesso ha fatto Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Po.
A Palazzo Chigi intanto qualcosa si muove: c’è stato il primo confronto tra i tecnici dei ministeri e nei prossimi giorni, ha assicurato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, ci sarà un aggiornamento a livello politico.
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