Le alte temperature di quest’estate e la siccità stanno facendo decidere a molti allevatori di riportare i loro animali in pianura prima del previsto.
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Siamo solo in agosto e l’immagine dei pascoli di montagna elvetici in estate sta già per diventare una cosa del passato: a causa della siccità, infatti, molti allevatori che, come da tradizione, hanno portato il bestiame a passare i mesi più caldi dell’anno sugli alpeggi, sono costretti a riportarli in pianura prima del previsto. Molti pascoli, infatti, sono bruciati dal sole e non c’è erba fresca per gli animali. Non solo: manca anche acqua.
Alcuni allevatori hanno deciso di gettare la spugna e abbandonare le montagne, altri, invece, cercano ancora di resistere e ricorrono a soluzioni di emergenza, come per esempio le forniture di acqua con elicotteri che l’esercito elvetico ha messo a disposizioneCollegamento esterno durante i periodi di canicola. Oppure facendo la spola tra la propria fattoria e l’alpeggio per portare il foraggio al bestiame. Foraggio che dovrebbe invece essere di riserva: “Stiamo consumando le scorte dell’inverno. Oltre al mais, gli diamo ancora dell’erba medica e del fieno”, spiega ai microfoni della Radiotelevisione svizzera l’agricoltore Patrick Aubort.
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Per ora è ancora tutto più o meno sotto controllo, ma la situazione è comunque preoccupante: “È come essere nel deserto. Esagero un po’, ma è vero che quando gli animali camminano e alzano la polvere sembra di essere su una pista di motocross con le moto che vanno a tutta velocità. Io scherzo, ma non è divertente”, racconta l’allevatrice Sylvie Aubort-Pelet che si trova a 1’300 metri di altitudine vicino al villaggio vodese di Sainte-Croix. Qui le temperature raggiungono spesso i 30 gradi, una situazione raramente vista in passato.
Le mucche, oltre a non avere a disposizione sufficiente cibo, soffrono anch’esse il caldo e questo aspetto incide direttamente sulla produzione di latte. E allora si fa quel che si può: un’ azienda agricola del canton Ginevra ha installato dei grossi ventilatori nelle stalle nel tentativo di dare sollievo agli animali: “Già a partire dai 20-25 gradi le mucche sono infastidite. Dai 30 iniziano a soffrire e questo penalizza la produzione. Perciò abbiamo installato un nebulizzatore dalle 10:00 del mattino finché la temperatura non scende sotto i 25 gradi”, dice l’imprenditore agricolo Marc Zeller.
Le mucche che non stanno bene producono meno latte e quindi bisognerà attendersi a un aumento dei prezzi, aggiunge Zeller: “La situazione del mercato del latte è già tesa in Europa, ci sarà sicuramente un crollo generale del 5-10% della produzione”. Un incremento legato anche al rincaro dei prezzi dei foraggi.
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