La siccità mette sottosopra anche la Festa nazionale
Come buona parte del continente, anche la Svizzera è colpita in queste settimane da una forte siccità. A causa del pericolo di incendi, molti Cantoni hanno vietato gli spettacoli pirotecnici privati e diverse località hanno adottato soluzioni alternative per la Festa nazionale del primo agosto.
Anche nella Confederazione questo mese di luglio rischia fortemente di essere uno dei più caldi e dei più secchi della storia recente.
A sud delle Alpi, nella stazione di rilevamento di Lugano, “il periodo che va dal primo gennaio al 20 luglio di quest’anno risulta il più caldo e asciutto dell’intera serie di misure iniziata nel 1864”, annotava pochi giorni fa MeteoSvizzeraCollegamento esterno. “Con una temperatura di 1,4°C superiore alla norma e con il 43% delle precipitazioni normalmente attese, a sud delle Alpi una combinazione di temperature così elevate e precipitazioni così scarse non si era mai verificata”.
Nelle altre regioni del Paese la situazione è praticamente la stessa, anche se l’allarme canicola è rientrato dappertutto.
Intervistato dalla Radiotelevisione Svizzera, il meteorologo Luca Panziera sottolinea che un anno come il 2022 sarà la norma. Anzi, molto probabilmente “questa estate potrebbe essere una delle più fresche in futuro”.
“Il cambiamento climatico – prosegue Panziera – si sta manifestando con un ritmo che sicuramente non è più blando di quanto i meteorologi attendessero”.
La siccità sta naturalmente mettendo a dura prova tutti e tutte, in particolare nel settore agricolo. Nella regione del Seeland, una delle culle dell’orticoltura in Svizzera, molti raccolti sono a rischio e se non dovesse verificarsi un periodo prolungato di pioggia i danni potrebbero essere enormi.
L’irrigazione compensa in parte la mancanza di acqua piovana, ma il livello dei corsi d’acqua è inevitabilmente basso. “A causa della siccità del primo semestre 2022, le acque svizzere sono scese in maniera diffusa a livelli notevolmente inferiori rispetto a quelli abituali in questo periodo dell’anno”, scriveva recentementeCollegamento esterno l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).
Considerata il castello d’acqua d’Europa, la Svizzera continua a disporre di riserve idriche sufficienti. “L’80% dell’acqua potabile proviene dalle acque sotterranee, il resto dai laghi. Anche con livelli bassi, nelle grandi riserve idriche sotterranee è comunque presente una quantità sufficiente di acqua, mentre nelle sorgenti e nelle riserve locali più piccole è possibile che nei periodi di siccità si verifichino delle carenze”, annotava l’UFAM, invitando popolazione e comuni a consumare l’acqua con parsimonia.
In alcune località la situazione è critica e le autorità sono dovute correre ai ripari. Ad Aigle, ad esempio, i rubinetti delle fontane sono stati chiusi.
La siccità ha un impatto anche sulla Festa nazionale. A causa del rischio di incendi, un po’ dappertutto sono stati vietati i fuochi d’artificio ad uso privato, una tradizione in occasione del primo agosto.
Se alcune località hanno mantenuto lo spettacolo pirotecnico organizzato per la popolazione, in particolare laddove avviene sui laghi, altri comuni hanno trovato delle alternative.
Droni al posto dei fuochi d’artificio
Ad esempio, a Neuenegg, nel Canton Berna, per tre giorni verranno utilizzati getti d’acqua illuminati per creare un vero e proprio spettacolo pirotecnico. L’acqua utilizzata viene prelevata dalla falda acquifera, poi recuperata e reiniettata nella falda.
A Crans-Montana, in Vallese, si è invece optato per uno spettacolo di 15 minuti con dei droni illuminati. Un centinaio di apparecchi sorvoleranno la località e un percorso illuminato farà scintillare le sponde dei due laghi.
I droni saranno protagonisti anche sul lungolago di Bienne e nella capitale Berna.
Una questione anche ecologica
Altri comuni hanno invece preferito rinunciare ai fuochi d’artificio non per ragioni legate alla siccità ma per motivi ecologici, ad esempio a Delémont, nel Giura.
Oltre al disagio provocato alla fauna selvatica e domestica, i fuochi d’artificio hanno infatti un impatto tutt’altro che irrilevante sull’ambiente. Stando a una notaCollegamento esterno diramata martedì dall’Ufficio federale dell’ambiente, in Svizzera si sparano ogni anno circa 1’650 tonnellate di fuochi d’artificio. Il materiale pirotecnico genera circa 300 tonnellate di polveri fini che inquinano l’aria e che rappresentano circa il 2% delle immissioni annuali di queste polveri in Svizzera.
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