I ghiacciai ticinesi si stanno sciogliendo
A settembre, al termine di una stagioni estiva tra le più calde da quando vengono effettuate le misurazioni, si è constatata l'accelerazione della fusione delle masse di ghiaccio a sud delle Alpi.
In una serata organizzata dalla Scuola universitaria professionale di Mendrisio è stata illustrata la preoccupante situazione in cui versano i ghiacciai in Ticino. I segnali dell’evoluzione negativa nella regione alpina sono molteplici.
Il riscaldamento globale è inesorabile e i dati fanno pensare addirittura che il cambiamento climatico abbia maggiori effetti proprio sull’arco alpino. L’estate ha visto una media di più 2,9 gradi rispetto alla norma 1990-2020 e anche il mese di ottobre è stato estremamente caldo: negli ultimi giorni in montagna le anomale hanno superato i 10 gradi, valori notevoli che per neve e ghiaccio sono molto dannosi.
Sulla scorta dei dati raccolti nel 2022 (e qualora si dovessero prefigurare nuovamente stagioni particolarmente sfavorevoli come quella estiva del 2022), hanno avvertito recentemente i servizi cantonali competenti, “si stima che, inevitabilmente, nei prossimi 5-10 anni i ghiacciai su territorio ticinese saranno in buona parte scomparsi”.
L’arretramento medio è di 2-3 volte superiore a quanto rilevato negli ultimi anni e, rispetto a quanto misurato nel 2021, si registrano i seguenti arretramenti: Basòdino 29 metri, Valleggia 29 metri, Bresciana (Adula) 18,5 metri, Corno 16 metri, Tencia (Croslina) 15 metri.
Il ghiacciaio del Cavagnoli sembra essere il prossimo destinato a scomparire completamente. Nel solo periodo tra il 2021 e il 2022 è arretrato di quasi 300 metri lasciando dietro di sé rocce, detriti e qualche isolata placca di ghiaccio staccatasi dal resto del ghiacciaio.
Quanto ai ghiacciai in cui è stata misurata la perdita di spessore, si registrano valori mediamente raddoppiati rispetto alle medie pluriennali degli scorsi anni. In particolare, al ghiacciaio Valleggia si è rilevata una perdita di spessore tra i 4,5 e i 5 metri (contro i 2 – 2,5 metri del periodo precedente).
La campagna di misurazione dei ghiacciai ticinesi, svoltasi tra la fine di agosto e l’inizio del mese di settembre 2022, ha confermato le previsioni e le preoccupazioni emerse già durante la scorsa primavera: la combinazione di un inverno con precipitazioni nevose molto scarse e un prolungato periodo estivo con temperature elevate e isoterma di zero gradi ad alte quote ha favorito un’importante accelerazione della fusione dei ghiacciai ticinesi.
Il ghiacciaio del Basodino negli ultimi 15 anni ha perso mediamente 70 – 80 centimetri di spessore all’anno. Il suo spessore medio, che nel 2005 era di circa 27 metri, si è ridotto a circa 15 metri nel 2022. Qualora la tendenza in atto (condizioni climatiche e meteorologiche) dovesse confermarsi, si stima che in 10 – 20 anni si verificherebbe la sparizione totale del ghiacciaio al di sotto dei 3’000 metri sopra il livello del mare, e, in meno di mezzo secolo, la fusione totale della parte più a monte, attualmente spessa circa 30 metri.
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