Il trittico delle tentazioni di Sant'Antonio è una delle opere di Bosch che si possono ammirare a Palazzo Reale a Milano.
Hieronymus Bosch, Public domain, via Wikimedia Commons
Palazzo Reale ospita fino al 12 marzo una mostra dedicata all'artista fiammingo, presentando alcuni capolavori mai esposti prima in Italia.
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Ansa/mar
Intitolata Bosch e un altro Rinascimento, la mostra è un viaggio nel fantastico, ma anche un progetto culturale ambizioso, partito cinque anni fa, che vuole riscrivere la storia, ovvero che propone “una revisione del Rinascimento, il momento in cui è nato il mondo moderno”, ha spiegato all’Ansa uno dei curatori, Bernard Aikema, ex docente dell’università di Verona che è uno dei maggiori storici dell’arte al mondo.
L’idea è che nel Rinascimento, accanto al classicismo, si faccia strada una via diversa, che ha influenzato anche gli artisti successivi fino al Barocco.
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La ricchezza di questo lavoro è testimoniata anche dalla produzione editoriale – non solo il catalogo ma anche un volume d’arte e una graphic novel – legata alla mostra, di cui sono stati curatori anche l’ex direttore del Prado Fernando Checa Cremades e il direttore del Castello Sforzesco Claudio Salsi.
L’esposizione – in cui sono presentate un centinaio di opere, incluse incisioni, sculture, arazzi e oggetti rari, come l’automa diabolico della collezione Settala – si apre con il trittico di Lisbona, una sorta di “bandiera”, sottolinea Aikema che “introduce il tutto il linguaggio artistico, nuovo ed inquietante di mostri e scene oniriche” creato da Bosch a cavallo fra il Quattrocento e il Cinquecento.
Il racconto mostra come la fortuna del suo linguaggio – nonostante lui sia nato e abbia vissuto nelle Fiandre – sia partita dal Sud, da Paesi come Spagna e Italia, dove fu collezionato dal cardinale Domenico Grimani.
Alcune delle opere, come quelle provenienti dal museo Làzaro Galdiano di Madrid e le due opere prestate dalle Gallerie degli Uffizi, dovranno rientrare nelle loro sedi prima della conclusione dell’esposizione a causa della loro fragilità.
“Un’esposizione preziosa – ha sintetizzato l’assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi – dal taglio assolutamente originale, in grado di raccontare ai visitatori un Rinascimento diverso rispetto a quello che ha visto i propri fasti in Italia tra il Quattro e il Cinquecento, creando orizzonti nuovi di conoscenza e bellezza”.
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