Due mesi di caccia al cinghiale per contrastare i danni che causa
Ha preso avvio venerdì e si protrarrà eccezionalmente per due mesi la stagione di caccia dei cinghiali nel canton Ticino. Una decisione presa per cercare di contrastare i danni che questi animali arrecano alle vigne, ma non solo.
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tvsvizzera.it/mrj
A causa degli ingenti danni che creano in numerosi settori agricoli, viticoltura in particolare, i cinghiali in Ticino potranno essere abbattuti eccezionalmente per un periodo di tempo più lungo rispetto alla norma: la stagione di caccia di questi ungulati è iniziata venerdì e si protrarrà per due mesi. Si tratta di una prima per il cantone, che però non diventerà la norma.
L’obiettivo di questa estensione è quello di cercare di contrastare i danni, spesso irreparabili, che questi animali arrecano alle vigne, rivoltando il terreno, mangiando i grappoli e rovinando le piante. Anche perché le recinzioni, spesso, non bastano: i fili elettrici offrono risultati abbastanza scarsi, dice un viticoltore ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, mentre le recinzioni fisse, pur essendo un po’ più efficienti, presentano un risultato estetico poco piacevole. “La situazione dei cinghiali adesso è ingestibile”, ha dichiarato.
I risarcimenti pubblici, che coprono fino all’80% delle perdite alle colture, hanno raggiunto i 332’000 franchi nel 2022. Con il periodo di caccia estivo, quindi, si cerca anche di far risparmiare il Cantone.
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Oltre ai danni alle coltivazioni, dice il collaboratore scientifico dell’Ufficio caccia e pesca ticinese Andrea Stampanoni, “la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il potenziale rischio della diffusione della peste suina, che non è molto lontana dai confini svizzeri”
Niente Far West, però: la caccia non è estesa a tutto il territorio cantonale, ma interessa solo alcuni distretti, ossia quello di Mendrisio, Lugano, Locarno, Bellinzona e Riviera (esclusi, quindi, quelli più a nord del cantone). Inoltre, nel mese di giugno questi animali potranno essere cacciati solo sui prati, mentre a luglio unicamente da postazioni fisse nei boschi assegnate ai singoli cacciatori.
Ad agosto, poi, si trarranno le conclusioni. Intanto, nella sola mattinata di venerdì, è già stato segnalato l’abbattimento di nove esemplari.
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