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Donazione di organi, si passa al modello del consenso presunto

chirurghi in sala operatorioa
In Svizzera mancano donatori. © Keystone / Gaetan Bally

Le due Camere del Parlamento svizzero hanno approvato le modifiche alla Legge sui trapianti, che dovrebbero permettere di rimediare alla penuria di donatori.

Attualmente, in Svizzera il prelievo di organi, tessuti o cellule da una persona deceduta è permesso solo se ne è stato dato il consenso esplicito. Questo modello ha un grande svantaggio: se in vita la persona deceduta non ha espresso una volontà chiara, l’assenza del consenso viene interpretata come un rifiuto. Ciò influisce sul numero di donatori, sensibilmente più basso rispetto a quello di altri Paesi europei che applicano il modello del consenso presunto.

Ed è proprio in questa direzione che intende andare il Parlamento. Dopo la Camera bassa, lunedì anche il Consiglio degli Stati ha approvato la revisione delle Legge sui trapianti. Chi non intende donare i propri organi dopo la morte dovrà dichiararlo formalmente quando è ancora in vita. In assenza di una dichiarazione, saranno i parenti stretti o una persona di fiducia a dover prendere una decisione.

Nel caso in cui nessun parente dovesse essere raggiungibile, per prudenza rimarrà vietato prelevare gli organi, ha ricordato il ministro della sanità Alain Berset.

Questa soluzione, secondo la “senatrice” socialista ticinese Marina Carobbio Guscetti, dovrebbe contribuire a ridurre la discrepanza tra un elevato sostegno tra la popolazione, come dimostrano diversi sondaggi, per un’eventuale donazione e il tasso effettivo di organi disponibili, ancora troppo basso.

L’anno scorso, ad esempio, oltre 1’450 persone erano in lista d’attesa e 72 sono morte perché non hanno potuto ricevere l’organo di cui avevano bisogno, ha ricordato il suo collega Paul Rechsteiner.

Una minoranza di consiglieri agli Stati, contrari a questa soluzione, ha sollevato argomenti di carattere etico, senza però riuscire a convincere.

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Consenso in senso lato e non stretto

La modifica della legge in materia è la risposta del Governo federale all’iniziativa popolare denominata “Favorire la donazioni di organi e salvare vite umane” lanciata dall’organizzazione Junior Chamber International (JCI) col sostegno di Swisstransplant. L’iniziativa propone l’introduzione di un nuovo modello basato sul consenso presunto “in senso stretto”. Ciò significa che gli organi di una persona deceduta possono venir espiantati, a meno che quest’ultima non si opponga quando è ancora in vita.

Il governo ha invece proposto un controprogetto indiretto – una modifica a livello di legge e non di Costituzione – basato sul modello del consenso presunto “in senso lato”, per tutelare maggiormente i diritti dei famigliari, i quali potranno continuare ad avere la possibilità di rifiutare una donazione di organi se ciò corrisponde alla volontà del defunto.

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