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Deposito scorie nucleari: una strada ancora in salita

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L'entrata del deposito dovrebbe sorgere in quest'area, nel comune di Stadel. © Keystone / Michael Buholzer

L'autorità svizzera per lo smaltimento delle scorie radioattive (Nagra) ha ufficializzato lunedì la scelta di Lägern Nord, a cavallo fra i Cantoni di Argovia e Zurigo, quale deposito nucleare definitivo. E le prime opposizioni non hanno tardato a manifestarsi.

La notizia era già trapelata due giorni fa, ma lunedì è giunta la conferma: la Nagra considera l’area di Lägern Nord come “la più geologicamente sicura” per accogliere il deposito dove smaltire definitivamente le scorie radioattive dei cinque reattori nucleari svizzeri.

Quest’area è caratterizzata dalla presenza di argilla opalina, una roccia che l’amministratore delegato della Nagra, Matthias Braun, ha definito come “la barriera geologica più importante” per il futuro deposito.

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Una roccia molto densa

L’argilla opalina è una roccia molto densa formatasi circa 175 milioni di anni fa. È praticamente stagna e si risana da sola in caso di fratture. Lo strato presente nella regione di Lägern Nord è molto antico e ha uno spessore di 100 metri, ha spiegato Braun.

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L’amministratore delegato della Nagra ha sottolineato inoltre che la qualità della roccia è migliore rispetto alle altre due aree esaminate e anche la distanza dalla superficie esposta alle influenze esterne nonché l’area adatta allo stoccaggio delle scorie radioattive sono maggiori. Gli altri siti presi in considerazione erano quelli denominati “Giura Orientale”, nella regione del Bözberg (Argovia) e “Zurigo Nordest”, nella regione del Weinland zurighese, nei Cantoni di Zurigo e Turgovia.

Prossime tappe

La Nagra prevede di presentare al Governo svizzero le domande di licenza generale per il deposito geologico profondo probabilmente entro la fine del 2024.

Il Governo e il Parlamento dovrebbero decidere in merito a partire dal 2029. Resta poi l’incognita del referendum: se sarà lanciato, l’ultima parola spetterà all’elettorato.

L’entrata del deposito verrebbe costruita sul territorio del comune di Stadel, nel Canton Zurigo. Le installazioni per l’imballaggio delle scorie radioattive dovrebbero essere costruite nei pressi dell’attuale deposito provvisorio già esistente a Würenlingen, nel Canton Argovia.

persona accolta da manifestanti
Alla conferenza stampa organizzata lunedì a Stadel, l’amministratore delegato della Nagra Matthias Braun è stato accolto da alcuni manifestanti contrari al deposito. Keystone / Ennio Leanza

L’IFSN esaminerà a sua volta il sito

L’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN) esaminerà a sua volta la scelta del sito di Lägern Nord, facendo appello a esperti ed esperte internazionali.

La procedura dovrà svolgersi in completa trasparenza, ha dichiarato oggi Felix Altorfer, responsabile della divisione di sorveglianza Smaltimento presso l’IFSN. Il sito verrà esaminato sulla base di nove criteri principali, per rispondervi l’IFSN necessita di dati geologici e dovrà effettuare analisi di sicurezza, tra queste la protezione a lungo termine degli esseri umani e dell’ambiente.

Le spiegazioni della Nagra sul perché è stato scelto questo sito:

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Un dossier transfrontaliero

Le autorità cantonali zurighesi hanno preso atto della scelta di questo sito e, seppur non fossero favorevoli a questa soluzione, hanno indicato di voler accompagnare il processo in modo critico e costruttivo, dando priorità alla protezione della popolazione. La reazione è stata simile anche da parte delle autorità cantonali di Argovia, che hanno chiesto di poter esaminare in dettaglio una serie di questioni aperte legate alla sicurezza.

Dal 2008 i Cantoni implicati dispongono di esperte ed esperti propri, che dovranno ora analizzare minuziosamente i risultati delle ricerche della Nagra, ha sottolineato il consigliere di Stato (ministro cantonale) zurighese Martin Neukom. Bisognerà inoltre regolare la questione degli indennizzi per i comuni coinvolti.

Non va poi dimenticato – ha aggiunto Neukom – che il deposito si trova non lontano dal confine con la Germania e che quindi anche il vicino tedesco dovrà essere coinvolto.

Un aspetto sottolineato lunedì anche dal Ministero dell’ambiente di Berlino: l’impianto – ha dichiarato un portavoce – “comporterà un pesante onere anche per le comunità sul versante tedesco”. Per questa ragione sono già in corso colloqui con la Svizzera per valutare pagamenti compensatori.

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Una scelta “prematura”

La Fondazione svizzera per l’energia e altre organizzazioni non governative ritengono da parte loro prematura la scelta del sito per il deposito geologico profondo delle scorie nucleari. Troppe domande rimangono senza risposta. Per queste associazioni non esistono criteri vincolanti per poter interrompere il progetto, ad esempio in caso di “sorprese” nel sottosuolo.

A loro avviso, vi sono anche carenze nel concetto di smaltimento e nel monitoraggio. Ad esempio, non si sa abbastanza sull’impatto che il deposito potrebbe avere sulle acque sotterranee profonde. Le associazioni chiedono quindi un piano chiaro per il monitoraggio a lungo termine, che deve andare oltre i 50 anni previsti. Queste organizzazioni ritengono anche che vi sia “un deficit democratico”. L’unico strumento politico disponibile è un referendum nazionale. I comuni e le regioni interessati dal deposito rischiano quindi di subire una decisione presa da una maggioranza dell’elettorato non direttamente interessata.

Un costo totale di oltre venti miliardi

Una volta concluso tutto l’iter, il cantiere potrebbe iniziare nel 2045 e primi fusti radioattivi potrebbero essere immagazzinati nel deposito a partire dal 2050.

Seguirà poi una fase di osservazione, che dovrebbe durare 50 anni. In seguito, verso il 2115, il deposito dovrebbe essere definitivamente sigillato. In teoria, secondo le stime il luogo prescelto dovrebbe essere sicuro per un milione d’anni.

Complessivamente, il costo per lo smaltimento dei rifiuti dei cinque reattori nucleari svizzeri dovrebbe essere di circa 20 miliardi di franchi. A titolo di paragone, si tratta di una somma simile a quella spesa, ad esempio, per la nuova trasversale ferroviaria alpina del San Gottardo e del Monte Ceneri.

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