LegalPass ha raccolto i fondi necessari per portare avanti la causa collettiva in favore degli azionisti che ritengono di non essere stati pagati abbastanza dopo la fusione tra Credit Suisse e UBS.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
La causa collettiva in favore degli azionisti di Credit Suisse (CS), che ritengono di essere stati pagati troppo poco nell’ambito dell’acquisizione da parte di UBS, si farà: l’azienda LegalPass ha annunciato giovedì che la soglia di finanziamento necessaria per dare il via all’azione legale è stata raggiunta.
Con la sua iniziativa denominata Credit US, l’impresa – una startup fondata nel 2022 da due avvocati che ha come obiettivo di rendere il diritto accessibile a tutti – punta a contestare il rapporto di concambio (1 azione UBS per 22,48 azioni CS) stabilito nell’ambito dell’operazione orchestrata dal Consiglio federale sulla base del diritto di necessità. Al di fuori, quindi, dei parametri legali normali.
In tal modo – ha ricordato qualche giorno fa la fondazione Ethos, che sostiene l’iniziativa di LegalPass – l’istituto in difficoltà era stato valutato a soli 3 miliardi di franchi, mentre alla chiusura delle contrattazioni borsistiche di venerdì 17 marzo (prima, quindi, della famosa domenica 19 marzo quando il Governo ha annunciato la fusione) il suo valore era di 7 miliardi.
I fondi raccolti permettono ora la preparazione e l’inoltro della causa al competente tribunale di Zurigo da parte di Andreas Hauenstein, avvocato dello studio Baumgartner Mächler, che pure si trova nella città sulla Limmat.
“Questo progetto, il primo del suo genere in Svizzera, ha comportato mesi di lavoro e centinaia di telefonate: ad oggi oltre 350 partecipanti hanno già aderito all’azione Credit US”, si legge in un comunicato. “La risonanza è stata incredibile”, afferma Philippe Grivat, cofondatore di LegalPass, citato nella nota. “Siamo davvero commossi dai molti messaggi di ringraziamento da parte di azionisti che finalmente hanno un modo per far sentire la loro voce, e siamo orgogliosi di vedere la nostra azione prendere forma”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il secondo fondatore di LegalPass, Alexandre Osti: “Gli azionisti di Credit Suisse non sono stati ascoltati all’assemblea generale: daremo loro voce in tribunale”.
Il diritto svizzero non contempla lo strumento della causa collettiva in senso stretto, la “class action” sul modello americano pensata per dare la possibilità a piccoli consumatori (o investitori) di affrontare cause altrimenti molto difficili da sostenere. La legge sulla fusione, la scissione, la trasformazione e il trasferimento di patrimonio (LFusCollegamento esterno) prevede però la possibilità di contestare il cosiddetto “rapporto di scambio delle quote”.
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