Dipinto di un'artista svizzera vandalizzato al museo di Parigi
Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato lunedì l"atto di vandalismo" dopo che domenica un controverso dipinto dell'artista svizzera Miriam Cahn, esposto al Palais de Tokyo a Parigi, è stato preso di mira con della vernice.
Il dipinto, intitolato "Fuck abstraction!", esposto da metà febbraio, mostra una persona con le mani legate dietro la schiena costretta a praticare sesso orale a un uomo potente e senza volto.
I critici hanno affermato che la vittima del dipinto raffigura un bambino, cosa che Cahn ha negato, sostenendo che si tratta di una rappresentazione dello stupro come arma di guerra e crimine contro l'umanità.
Diversi gruppi per i diritti dei bambini avevano denunciato il dipinto come pornografia infantile, chiedendo che venisse ritirato. Ma la loro richiesta di rimozione è stata respinta dai tribunali francesi.
Il museo d'arte moderna Palais de Tokyo ha dichiarato che domenica un uomo ha "deliberatamente degradato" l'opera di Miriam Cahn gettandovi sopra della vernice violaLink esterno, aggiungendo che presenterà una denuncia per danni alla proprietà e ostacolo alla libertà di espressione.
L'uomo, descritto come anziano, era "insoddisfatto della rappresentazione sessuale di un bambino e di un adulto presentata nel dipinto", ma non era affiliato a un gruppo di attivisti.
È stato "immediatamente fermato dagli agenti di sicurezza... e portato via dalla polizia", ha dichiarato il museo, aggiungendo che presenterà una denuncia per danni alla proprietà e per ostacolo alla libertà di espressione.
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"Attaccare un'opera significa attaccare i nostri valori. In Francia l'arte è sempre libera e il rispetto per la creazione culturale è garantito", ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron, condannando l'atto di vandalismo.
Il Palais de Tokyo ha dal canto suo precisato che "in accordo con l'artista continuerà a presentare il dipinto e l'esposizione", che ha attirato finora 80'000 visitatori, "con le tracce del danno fino alla fine della mostra, il 14 maggio".
L'artista ha respinto le critiche all'opera, in una dichiarazione rilasciata dal museo a marzo. "Non sono bambini", ha insistito Cahn. "Questo dipinto tratta il modo in cui la sessualità viene usata come arma di guerra, come crimine contro l'umanità", ha aggiunto.
Il più alto tribunale amministrativo francese, il Conseil d'EtatLink esterno, ad aprile ha respinto una richiesta legale di rimozione del dipinto.
Dato che il dipinto è esposto in una galleria d'arte, "accompagnato da informazioni contestuali dettagliate, non lede in modo grave o chiaramente illegale l'interesse superiore del bambino o la dignità della persona umana", ha sentenziato.
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