Trump impone dazi sull'acciaio e l'alluminio
Alla fine Donald Trump ha deciso di andare avanti, costi quel costi: la stretta sulle importazioni di acciaio ed alluminio ci sarà, come promesso in campagna elettorale. E pazienza se tra i suoi più stretti collaboratori non tutti sono d'accordo.
Questo contenuto è stato pubblicato il 02 marzo 2018 - 12:20A partire dal consigliere economico Gary Cohn, una delle figure di più alto profilo del suo staff, contrario alle misure generalizzate auspicate dal presidente. Misure che rischiano di innescare una vera e propria guerra commerciale a livello mondiale.
Ecco allora che quello di Trump è per ora solo "un annuncio informale", senza quell'ufficialità che il tycoon avrebbe desiderato subito. Tanto che alla Casa Bianca erano stati convocati i vertici delle principali industrie Usa dell'acciaio e dell'alluminio, per una sorta di cerimonia in grande stile.
La decisione finale invece è slittata: "La prossima settimana", ha assicurato Trump, che ha confermato come la sua intenzione è di imporre dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio. Ma ancora non vi è alcuna certezza. E nessun altro dettaglio è stato reso pubblico dal presidente. Molti i nodi che restano aperti e che - stando a quanto riportano i media - in queste ore hanno scatenato una vera e propria lite all'interno della West Wing.
Le azioni di ritorsione verso gli Usa sono dietro l'angolo. Non a caso, dopo le parole di Trump, Wall Street ha reagito con un improvviso crollo che ha portato il Dow Jones a perdere fino a 500 punti. Non sembrano preoccuparsi però i 'falchi' che appoggiano la linea ultra-protezionista del presidente, a partire dal segretario al commercio Wilbur Ross.
Da Berlino a Pechino, da Tokyo a Mosca le reazioni sono unanime: grande preoccupazione per questa decisione unilaterale.
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