Diverse persone originarie del Marocco sono state arrestate dalla polizia di Varese nel corso di un'operazione anti-droga.
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tvsvizzera.it/mrj con agenzie
Nella mattinata di martedì la polizia di Varese ha concluso una vasta operazione che ha portato all’esecuzione di 26 misure cautelari di cui 24 in carcere, uno agli arresti domiciliari e un divieto di dimora in Lombardia e Piemonte, emesse dai giudici per le indagini preliminari di Busto Arsizio, Novara e Lodi nei confronti di un gruppo di persone, originarie del Marocco (eccetto un solo cittadino italiano con mansioni di autista).
Le persone sono indagate a vario titolo per i reati di tortura con uccisione del torturato, tentata estorsione, rapina, detenzione di armi e reati in materia di stupefacenti, in particolare spaccio nelle zone boschive in numerosi punti dislocati nelle province lombarde e piemontesi.
Gli arresti sono stati eseguiti in Lombardia nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Cremona, e anche nelle province di Novara e Piacenza. Parte dei soggetti destinatari – irregolari in Italia e senza fissa dimora – è risultata irreperibile.
Un arresto è stato eseguito anche in Germania, in seguito all’emissione di un mandato d’arresto europeo da parte del giudice per le indagini preliminari.
Una situazione diventata ingestibile
Ricordiamo che nei “boschi dello spaccio” del Varesotto la situazione è ormai diventata insostenibile: traffico di droga del valore di diversi milioni di euro, regolamenti di conti tra bande rivali, sparatorie, feriti e anche dei morti. Per questo motivo il comando centrale dei carabinieri ha inviato nella zona a partire dal mese di aprile gruppi “cacciatori” da Sardegna, Calabria, Sicilia e Puglia. Corpi speciali che negli ultimi tre mesi hanno sgominato diverse bande di spacciatori, soprattutto marocchini.
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