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Nei boschi dello spaccio del Varesotto

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Un traffico di droga dal valore di diversi milioni di euro, regolamenti di conti tra bande rivali, spari, feriti e pure due morti. Nei boschi dello spaccio del Varesotto la situazione era ormai diventata insostenibile. Il comando centrale dei carabinieri ha dunque deciso di mandare in provincia di Varese gli squadroni di cacciatori di Sardegna, Calabria, Sicilia e Puglia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 giugno 2023 - 08:55
Joe Pieracci, RSI News

I corpi speciali sono a disposizione del comando provinciale dei carabinieri di Varese dallo scorso mese di aprile. E in tre mesi hanno sgominato diverse bande di spacciatori, soprattutto marocchini.

"Negli ultimi due anni c’è stato un aumento del livello di scontro tra gruppi organizzati rivali di spacciatori. E questo ha dato luogo a ferimenti e addirittura ad omicidi", ci spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Varese Gianluca Piasentin. "L'arrivo a Varese dei cacciatori ci ha permesso di accelerare il contrasto alle bande di spacciatori, ma anche di aumentare la prevenzione", prosegue Piasentin. "I cacciatori sono andati a scovare gli spacciatori nei boschi, perlustrando le zone boschive più impervie, grazie alla loro preparazione, alla loro professionalità e al loro equipaggiamento".

Lo squadrone cacciatori dei carabinieri in genere si occupa della cattura dei latitanti mafiosi e della lotta al crimine organizzato. Insomma di operazioni molto rischiose e delicate. E i numeri di tre mesi di azioni nella provincia di Varese parlano da sé: 120 ricognizioni, 70 bivacchi individuati e smantellati, 15 arresti, 16 acquirenti segnalati alla prefettura, quasi tre chili di droga confiscata (cocaina, ma anche eroina, hashish e marijuana). Hanno sequestrato pure 25'000 euro in banconote di vario taglio, tra le quali c’erano anche dei franchi. Perché i boschi del Varesotto sono ormai diventati una piazza di spaccio anche per i ticinesi.

"Molti punti di spaccio, penso alla Valganna, sono a pochissimi minuti di auto dal confine. Questo evidentemente agevola la possibilità per i cittadini elvetici di poter venire in Italia: di passare il valico e venire ad acquistare sostanze stupefacenti qui in Italia", conferma Piasentin.

La provincia di Varese misura 1’200 km quadrati per il 44% coperti da boschi. Lo spaccio avviene in tutta la provincia, ma ci sono delle zone piu’ "calde". Zone alle quali i cacciatori hanno prestato particolare attezione. "Sono il Luinese con la Valganna, la Valcuvia, la Val Marchirolo. Poi la zona del parco pineta di Appiano Gentile Tradate. Ed infine tutta la parte saronnese sud del parco della Lura", spiega Piasentin.

L’operazione dei cacciatori nei boschi della provincia di Varese terminerà però a fine luglio. Torneranno a casa. Ed in provincia di Varese a quel punto cosa succederà? "Sicuramente sono stati utili, speriamo di avere imparato qualcosa da loro, affinché anche in autonomia possiamo proseguire sulla stessa strada e mantenere pulita l’area che loro hanno permesso di bonificare dallo spaccio", conclude il comandante dei carabinieri di Luino Vincenzo Piazza.

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