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Berna vuole lo jodel nel patrimonio culturale dell’umanità

Coro di cantanti di jodel.
Una tradizione alpina che vuole il riconoscimento Unesco. KEYSTONE/KEYSTONE/EDDY RISCH

È stata depositata la candidatura del canto alpino elvetico per il suo inserimento nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.

La richiesta formaleCollegamento esterno dovrebbe essere valutata dall’agenzia culturale dell’ONU entro la fine del 2025, secondo quanto ha indicato l’Ufficio federale della cultura (UFC).

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Canto per richiamare le mucche

Lo jodel è originario della Svizzera Centrale, culla della Confederazione dove gli allevatori lo utilizzavano solitamente per richiamare il bestiame al pascolo o per richieste di soccorso.

+ Lo jodel tra tradizione e modernità

Dal profilo tecnico lo jodel si caratterizza per il passaggio improvviso dalla normale emissione della voce al falsetto attraverso salti di sesta, settima, ottava in una successione di combinazioni di vocali e di consonanti prive di significato. In tutte le zone montagnose e isolate del pianeta si fa uso di questa tecnica per far fronte alle lunghe distanze sfruttando proprio la bitonalità dei suoni emessi maggiormente percepibile all’orecchio.

In proposito l’Ufficio federale della cultura precisa che si tratta di “un canto che alterna i registri della voce di petto e della voce di testa e se ne distinguono di due tipi: quello “naturale” composto unicamente da melodie prive di testo e il “canto jodel” che comprende strofe testuali nonché un ritornello in jodel senza parole.

Un canto tradizionale rivolto al futuro

Sebbene tale pratica sia saldamente ancorata nella popolazione, sottolinea Berna, è ancora necessario un impegno per sviluppare ulteriormente il canto alpino e preservarlo per le generazioni future.

+ Lo jodel minacciato dal suo successo

Grazie alla candidatura al patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO è stato possibile identificare ed elaborare misure concrete in collaborazione con tutti gli attori coinvolti, per fare in modo che la tradizione mantenga la sua dinamicità.

A questo scopo sono state identificate e sviluppate misure specifiche.

Il mondo dello jodel, insiste l’Ufficio federale della cultura, deve essere meglio collegato in tutta la Svizzera e i giovani talenti devono essere promossi. La maggior parte delle e dei 12’000 cantanti di jodel appartiene a uno dei 780 gruppi dell’Associazione federale degli jodler.

+ Corsi di jodel all’università di Lucerna

Con la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, l’Unesco intende proteggere un patrimonio che non si materializza nello spazio, ma nel tempo, nelle pratiche comunitarie e nelle interazioni sociali.  Tale patrimonio comprende tradizioni viventi come le espressioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, i riti e le feste, le conoscenze relative alla natura e all’universo e le abilità artigianali.

Otto tradizioni viventi

Nella lista adottata nel 2014 dal Governo federale figurano otto tradizioni viventi svizzere. Tra di esse la Festa dei vignaioli, iscritta nel patrimonio Unesco nel 2016, seguita dal Carnevale di Basilea nel 2017, dalla gestione del rischio delle valanghe (con l’Austria) nel 2018, dalle processioni della Settimana Santa di Mendrisio nel 2019, dalle competenze nella meccanica degli orologi e d’arte iscritte nel 2020 (con la Francia) e dalla stagione alpestre iscritta nel 2023. Sono invece in attesa di un riconoscimento analogo lo jodel e il design grafico e tipografico svizzero.

In totale la Confedederazione può vantare 12 beni del patrimonio mondiale Unesco, tre naturali e nove culturali.

+ Il patrimonio Unesco in immagini

Essi sono i tre castelli, murata e cinta muraria della città di Bellinzona e Monte San Giorgio in Ticino, il Monastero benedettino San Giovanni a Müstair e la Ferrovia retica nel paesaggio Albula/Bernina nei Grigioni, il Centro storico di Berna, l’Abbazia di San Gallo, la regione delle Alpi Svizzere Jungfrau-Aletsch (Vallese e Berna), i vigneti terrazzati del Lavaux (Vaud), il paesaggio urbano orologiero di La-Chaux-de-Fonds/Le Locle (Neuchâtel), l’opera architettonica di Le Corbusier, i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino e l’Arena tettonica Sardona (Glarona, San Gallo e Grigioni). A questi si aggiungono i beni culturali immateriali citati.

Qui di seguito la descrizione dei principali siti e beni elvetici che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco.

+ Le processioni storiche di Mendrisio

+ La Fête des Vignerons

+ Lavaux nel patrimonio Unesco

+ La città degli orologi nel patrimonio mondiale dell’umanità

+ La stagione alpestre

+ Il monastero di Müstair

+ La Ferrovia retica e l’Arena tettonica Sardona

+ La regione alpina Jungfrau-Aletsch

+ Le Corbusier

+ Le palafitte diventano patrimonio dell’umanità

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