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Azzerare le emissioni di gas a effetto serra in 14 anni

cartello con disegno di bocca aperta che grica la parola KLIMAAAAAAAH!
Quello del cantone è l'obittivo più ambizioso di tutta la Svizzera. © Keystone / Georgios Kefalas

Il Cantone di Basilea Città dovrà raggiungere la neutralità climatica entro il 2037: è quanto deciso dall'elettorato domenica.

I cittadini e le cittadine di Basilea Città hanno deciso questa domenica alle urne che il loro Cantone dovrà raggiungere la neutralità climatica entro il 2037: è l’obiettivo attualmente più ambizioso di tutta la Confederazione.

Le discussioni a Basilea Città durante la campagna di votazione sono ruotate intorno a tre date per azzerare le emissioni di gas a effetto serra: il 2030, come chiedeva un’iniziativa della sinistra, il 2037, come chiedeva il controprogetto del Parlamento, e il 2050, cui tende la Confederazione. È stato il controprogetto parlamentare ad avere la meglio.

“È un incarico chiaro dato al Governo cantonale per fare ora passi in avanti. È un ruolo da pioniere, quello che si assume Basilea Città e che parla a tutta la Svizzera. È quello di cui abbiamo bisogno per la protezione del clima”, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione svizzera la parlamentare cantonale dei Verdi liberali Brigitte Kühne.

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Un obiettivo ambizioso che sarà difficile raggiungere in tempi così stretti, ma il Cantone ha già preso delle decisioni importanti riguardanti la promozione del solare, il risanamento degli immobili, il teleriscaldamento o ancora la mobilità elettrica. Ora è essenziale però la collaborazione di tutti, si afferma. “In questo ambito procedere velocemente è anche un’opportunità”: ne è convinto il presidente del Consiglio di Stato di Basilea Città Beat Jans. “Il futuro sarà delle rinnovabili. Per una piazza economica può allora essere l’occasione per attirare imprese e posti di lavoro, se si guarda avanti e si dimostra che ci si prende cura del pianeta”.

C’è però chi resta convinto che raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica così presto non sarà possibile. Fa parte di questa categoria il direttore dell’Unione arti e mestieri Gabriel Barell: “Tutti coloro che, nell’economia, ma anche in altri ambiti hanno già sperimentato degli obiettivi non realistici, sanno che poi molto spesso si ottiene l’effetto contrario. C’è chi non partecipa perché ritiene che tanto non funzionerà e altri smettono di partecipare, frustrati, se nel corso del tempo vedono che non si arriva alla meta.”

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