I cambiamenti climatici hanno offerto una nuova opportunità ai giovani produttori dell'isola.
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Gilberto Mastromatteo, RSI News
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I primi esperimenti vennero compiuti negli anni Sessanta. Allora la Sicilia era sinonimo di agrumi. Ma oggi la coltivazione della frutta tropicale sta diventando sempre più diffusa.
L’area più vocata è quella tra l’Etna e il Mediterraneo. A Giarre, il giovane imprenditore agricolo Andrea Passanisi ne ha capito le potenzialità e ha fondato SiciliaAvocadoCollegamento esterno e il consorzio Dal TropicoCollegamento esterno. Oggi la sua azienda esporta in tutta Europa. Manghi, avocado e frutti della passione cresciuti nel catanese giungono anche sui mercati svizzeri. La frutta made in Sicily, peraltro, richiede un minore impatto ambientale per giungere sulle tavole europee, rispetto a quella proveniente da Centro e Sud America.
Una storia fatta di intuito e tenacia nel cogliere un’opportunità che oggi appare avvantaggiata dal cambiamento climatico e dalla tropicalizzazione del Mediterraneo. Il fenomeno è in continua evoluzione. Se n’è occupato di recente anche lo scrittore Stefano Liberti, autore di varie inchieste su temi agricoli e ambientali, nel suo libro Terra BruciataCollegamento esterno.
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