Auto privata per lavorare anche a chi è frontaliere
I frontalieri e le frontaliere devono poter lavorare, se necessario, utilizzando il proprio veicolo privato e non per forza quello dell'impresa che lo impiega.
È quanto auspica una mozione approvata dalla Commissione dell'economia e dei tributi del Nazionale, che era già stata accolta dal Consiglio degli Stati nel dicembre scorso e per la quale anche il Governo si è detto favorevole.
Secondo l'autore della mozioneLink esterno, il "senatore" liberale radicale grigionese Martin Schmid, con oltre 360'000 frontalieri impiegati in Svizzera, questo problema pone innumerevoli lavoratori e ditte svizzere di fronte a sfide finanziarie, logistiche e legali.
Secondo le disposizioni vigenti, l'utilizzo di veicoli privati esteri in Svizzera è ammesso per uso proprio, ma vietato per uso commerciale. In pratica, i frontalieri e le frontaliere o chi soggiorna durante la settimana ma risiede nell'UE possono utilizzare in Svizzera il loro veicolo imposto e immatricolato all'estero per il tragitto per recarsi al posto di lavoro, ma non durante il tempo di lavoro. Per le ditte interessate, l'acquisto di veicoli aziendali propri, o addirittura di bus navetta per i collaboratori e le collaboratrici, non solo rappresenta un notevole onere finanziario, ma le pone anche di fronte a delle sfide logistiche.
Una riflessione fatta propria dalla Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale, indica una nota odierna dei servizi parlamentari, secondo cui l'attuazione della mozione accoglie nel diritto vigente una pratica esistente, stabilendo così condizioni chiare. Una minoranza respinge la mozione.
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