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Alle urne per la terza volta sulla legge Covid

Nicolas Rimoldi, presidente di Mass-Voll, a destra, e Roland Buehlmann, copresidente di Amici della Costituzione, a sinistra
Nicolas Rimoldi, presidente di "Mass-Voll", a destra, e Roland Buehlmann, copresidente di "Amici della Costituzione", a sinistra. © Keystone / Peter Klaunzer

Il comitato "No alle restrizioni" ha consegnato alla Cancelleria federale le firme necessarie.  

Il popolo sarà chiamato per la terza volta ad esprimersi sulla Legge Covid: il comitato “No alle restrizioni” ha consegnato oggi alla Cancelleria federale più delle 60’000 firme necessarie (71’059 secondo il sito web degli iniziativisti quelle raccolte).

La scadenza del referendum era fissata per oggi. Se, a verifiche terminate, almeno 60’000 firme verranno riconosciute valide, la votazione dovrebbe tenersi il 18 giugno.

Secondo quanto indicato dall’associazione sul proprio sito web, il referendum è stato lanciato quando il Parlamento ha deciso di prorogare parti fondamentali della legge Covid 19 per un altro anno e mezzo, fino alla metà del 2024.

Con questa iniziativa, il comitato intende trasmettere un segnale chiaro: torniamo alla normalità. La gente di questo Paese – sostiene – ne ha abbastanza delle misure, dei litigi e delle discriminazioni.

Già a metà marzo, l’associazione si era detta sicura di aver racimolato un numero sufficiente di adesioni al referendum: l’annuncio della riuscita era stato diffuso mediante un videomessaggio da Nicolas Rimoldi, presidente del movimento Mass-Voll, e Roland Bühlmann, co-presidente degli Amici della Costituzione.

Il referendum è nato contro l’estensione di alcune disposizioni della legge Covid-19 a partire dal dicembre 2022, tra cui la base legale per la creazione di certificati Covid-19. La stessa Confederazione ha dichiarato la fine della “pandemia”, non ha quindi senso prorogare le parti della legge Covid, scrive il comitato sul suo sito web.

Secondo il comitato, la possibilità di reintrodurre un certificato in qualsiasi momento, nonché altre misure discriminatorie come il tracciamento dei contatti (sorveglianza), violerebbe i diritti fondamentali, dividendo la società in due classi. Oltre a ciò, tale disposizione costituirebbe un obbligo di vaccinazione mascherato, contrario alla libertà di vaccinazione sancita dalla legge.

La legge Covid-19 è in vigore dal settembre 2020 e da allora è stata adattata più volte dal Parlamento, da ultimo a dicembre. Finora, gli elettori svizzeri hanno sostenuto chiaramente la legge in due votazioni referendarie.

Mass-Voll è un gruppo di lingua tedesca che durante la pandemia si è opposto attivamente alla politica Covid del Consiglio federale.

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