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A Davos una “casa dei crimini di guerra della Russia”

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Una cartina mostra il numero di civili uccisi nelle diverse regioni dell'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved

A margine del World Economic Forum (WEF) una mostra documenta i presunti crimini di guerra perpetrati dalle truppe russe in Ucraina.

Il luogo scelto per esporre le immagini e presentare le testimonianze di quanto sta accadendo in Ucraina è altamente simbolico: il numero 68 della Promenade era infatti negli scorsi anni il posto in cui la Russia promuoveva la sua economia in occasione del WEF di Davos.

Da lunedì i locali racchiudono invece il tragico catalogo delle presunte atrocità commesse dai militari russi in questi tre mesi di guerra.

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All’inaugurazione erano presenti diverse persone che hanno vissuto sulla propria pelle queste settimane drammatiche, da una medica di Mariupol, che ha raccontato la sua fuga dalla città distrutta, al sindaco di Bucha, teatro di un vero e proprio massacro di civili.

Presente anche la commissaria per i diritti umani dell’Ucraina, Liudmyla Denisova: “Abbiamo allestito un servizio di assistenza telefonica sempre attivo a disposizione dei nostri cittadini, che ci procurano informazioni su quanto sta succedendo nelle varie regioni. Dal 24 febbraio ad oggi abbiamo ricevuto 44’000 chiamate per denunciare crimini e violenze su più di 87’000 persone”, ha dichiarato alla Radiotelevisione Svizzera.

Il curatore dell’esposizione Björn Geldhof ha spiegato da parte sua che vengono presentate solo immagini verificate e dati accertati, che documentano oltre 4’600 tracce di crimini di guerra.

Ad allestire la struttura, è stato l’imprenditore ucraino Victor Pinchuk.



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