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“La Regio Insubrica ha ormai un’influenza anche a livello nazionale”

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Obiettivo della Regio Insubrica è di promuovere la cooperazione transfrontaliera nella regione dei laghi prealpini. ©ti-press

La comunità di lavoro transfrontaliera che riunisce il Cantone Ticino e cinque province italiane ha saputo in questi anni ritagliarsi un ruolo importante e divenire un partner ascoltato dei due Stati centrali, sottolinea il nuovo presidente dell'euroregione Massimo Sertori.

Dallo scorso 28 settembre, la comunità di lavoro della Regio Insubrica ha un nuovo Presidente: è l’assessore agli enti locali montagna e piccoli comuni di Regione Lombardia Massimo Sertori che ha ricevuto il testimone dal ticinese Norman Gobbi.

“L’impegno – ha affermato l’assessore agli enti locali Sertori nel suo discorso di insediamento – è quello di rafforzare la cooperazione, in un’ottica sempre più vicina e funzionale alle esigenze dei nostri territori con un occhio alle principali sfide in ambito locale ed europeo”.

Molte le questioni sul tavolo che la Regio Insubrica si troverà ad affrontare e delle quali, il neo-presidente, ha parlato in un’intervista concessa a tvsvizzera.it

tvsvizzera.it: Presidente, qual è il ruolo della Regio Insubrica e in che modo può essere fondamentale per affrontare le questioni comuni ai diversi territori di confine tra Italia e Svizzera?

Massimo Sertori: La Regio è una piattaforma importante per risolvere i problemi transfrontalieri. Il suo ruolo è quello di mettere insieme più istituzioni di territori che hanno problemi comuni. Io la definisco una camera di compensazione tra Berna e Roma che favorisce il dialogo. Un luogo neutrale dove poter discutere serenamente, come è avvenuto per esempio nel caso dell’accordo sui lavoratori transfrontalieri.

Massimo Sertori
L’esponente della Lega Massimo Sertori è dal 2018 assessore agli Enti locali della Regione Lombardia. tvsvizzera

È partito dalla Regio?

Sì, è nato al suo interno grazie a Lombardia e Ticino che, incontrandosi e confrontandosi, hanno convenuto che, rispetto a quando l’accordo fu firmato nel 1974, erano cambiate molte cose. Quella situazione di impasse che perdurava da tempo, è stata affrontata e risolta mantenendo i diritti acquisiti dai lavoratori.

C’è quindi una maggiore attenzione da parte dei Governi centrali dei due paesi?

Sì, rispetto al passato c’è un ascolto maggiore da parte dello Stato italiano verso gli enti territoriali. Lo Stato centrale ha tutto l’interesse all’ascolto dato che, in caso di condivisione di intenti sul territorio, si trova avvantaggiato nell’affrontare una problematica e risolverla.

Basti pensare che i nostri tavoli tecnici trattano diversi temi, si riuniscono con più frequenza, coinvolgono i comuni e i Paesi ma anche i consigli di quelle entità – come anche la presidenza del Consiglio regionale lombardo per esempio – e sono presenti nelle commissioni e nelle antenne. C’è un coinvolgimento non solo dell’organo esecutivo degli aderenti alla Regio Insubrica ma anche degli organi legislativi. E questo è importante.

Istituita nel 1995, la Regio Insubrica riunisce Cantone Ticino e le province di Como, Varese, Verbano-Cusio-Ossola, Lecco e Novara. Queste ultime due sono entrate a far parte dell’ente nel 1997.

L’obiettivo di questa euroregione è di promuovere la cooperazione transfrontaliera, favorendo nello stesso tempo “la presa di coscienza dell’appartenenza ad un territorio che è iscritto, al di là dei confini istituzionali, nella geografia, nella storia, nella cultura e nella lingua”.

Un esempio in questo senso sono anche i progetti Interreg.

Sul programma Interreg 21-27 abbiamo lavorato molto. Abbiamo dapprima effettuato un monitoraggio della programmazione già avvenuta nei precedenti anni mettendo in luce gli aspetti positivi ma soprattutto quelli negativi, cercando soluzioni per correggerli. Un esempio tra tutti l’eccessiva burocrazia. È nata quindi una interlocuzione tra i territori coinvolti dalla Regio Insubrica e insieme abbiamo deciso di portare le nostre considerazioni alla Commissione Europea per partire con la Programmazione 21/27. Si tratta di finanziamenti importanti per 144 milioni di euro spalmati su più settori e più assi, grazie ai quali possiamo sviluppare progettualità che coinvolgono il mondo del pubblico e del privato per far crescere i nostri territori.

I programmi Interreg sono stati avviati dall’Unione europea con lo scopo di favorire l’integrazione delle regioni nello spazio europeo e di promuovere uno sviluppo equilibrato che superi i confini nazionali.

Per più dettagli sui progetti transfrontalieri tra Svizzera e Italia potete cliccare quiCollegamento esterno.

Ci sono progetti che riguardano il turismo?

Il turismo è fondamentale e non significa solo flussi di persone ma anche temi come la mobilità. Stiamo portando avanti diverse progettualità che discuteremo anche il prossimo 17 novembre, a Novara, durante gli stati generali del turismo. Si tratterà di un’occasione importante per promuovere la ripresa in un settore chiave per l’economia di tutti i nostri territori.

Una sfida interessante che riguarda soprattutto la Lombardia ma che coinvolge anche la fascia di confine, sono i Giochi olimpici invernali del 2026.

Le Olimpiadi saranno seguite da oltre due miliardi di persone e saranno l’evento più importante dei prossimi dieci anni in Italia. Anche questo sarà un argomento che tratteremo il 17 novembre agli stati generali di Novara perché la Regio Insubrica avrà come obiettivo quello di massimizzare questo evento internazionale coinvolgendo i territori attigui.

Verranno effettuati investimenti sui trasporti e sulla mobilità e adottati provvedimenti che interesseranno anche il territorio svizzero con ricadute importanti. Per esempio, sulla Strada Statale 36 stiamo ragionando insieme agli amici svizzeri per tenere aperto il passo dello Spluga tutto l’anno. Il problema, a volte, non è solo economico, ma di volontà politica. Un lavoro fatto insieme, su quella che era ed è una strada maestra, porterebbe benefici alla Valchiavenna, dato che potrebbe essere una via di comunicazione importante anche per raggiungere Coira. E non solo.

La Regio Insubrica è un ente privato: perché non darle un nuovo status giuridico per avere più peso? E perché non estenderla ad altri enti come per esempio il Cantone dei Grigioni?

La Regio Insubrica sta portando avanti la sua azione politica efficacemente perché riesce a raccogliere, sintetizzare e influenzare. È riconosciuta e legittimata non solo dagli enti come le Regioni e i Cantoni che ne fanno parte, ma ha anche appunto una influenza nazionale. E proprio grazie al suo inquadramento giuridico non ha molta burocrazia da affrontare.

L’ingresso di altri partner, come per esempio i Cantoni Grigioni o Vallese, è prematuro anche se non è da escludere. Sono territori comunque già coinvolti nei progetti Interreg. 

Con la nascita del nuovo Governo di centro-destra in Italia e con la sua componente leghista, cambierà qualcosa nei rapporti transfrontalieri?

Il nuovo Governo avrà maggior attenzione ai territori. Parlando del mio partito, cioè della Lega, posso dire che ci sarà sicuramente una forte sensibilità ai temi che riguardano i territori al di qua e al di là della frontiera come per esempio la questione dell’accordo sui lavoratori frontalieri, argomento del quale i nostri rappresentanti si sono sempre occupati vista anche la rilevanza per i nostri territori di confine.


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