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Italia-Svizzera, si rinnova il programma Interreg

Le bandiere di Italia e Svizzera su un cancello del Museo delle dogane di Gandria.
Le bandiere di Italia e Svizzera su un cancello del Museo delle dogane di Gandria. Keystone / Elia Bianchi

Il nuovo Programma Interreg Italia-Svizzera per i prossimi anni (2021-27) è stato recentemente inviato alla Commissione europea per approvazione. Chiesti oltre 80 milioni di euro per un piano finanziario di circa 145 milioni di euro complessivi. Ora tocca al Ticino approvare il suo credito che passa dal parlamento cantonale.

Il programma InterregCollegamento esterno Italia-Svizzera da decenni vuole contribuire a rafforzare la cooperazione transfrontaliera tra i due paesi. Recentemente la Giunta regionale della Lombardia ha dato il suo via libera alla Programmazione Interreg Svizzera-Italia per il periodo 2021-2027. “Non senza aver prima discusso delle criticità del programma precedente con gli altri attori partner”, ci racconta Massimo Sertori assessore a Enti locali, Montagna e Rapporti con la Confederazione Elvetica.

L’area coinvolta da questo Programma si trova al centro dell’Europa e comprende i tre Cantoni svizzeri Ticino, Grigioni e Vallese, nonché, in Italia, le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese della Regione Lombardia, le province di Novara, Vercelli, Biella e Verbano Cusio Ossola della Regione Piemonte, la Regione autonoma Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige.

In quest’area vivono circa 4,4 milioni di persone, di cui 890’000 in Svizzera e 3,54 milioni in Italia. L’area è caratterizzata da forti differenze socioeconomiche, culturali e linguistiche. Il confine tra i due paesi è lungo 750 chilometri e si trova lungo la catena alpina, ciò che costituisce dunque anche un confine fisico a livello di mobilità e scambi.

Il programma per il periodo 2021-2027 è stato elaborato da una task force istituita dalle amministrazioni dei 7 partner con lo scopo di definire un testo sulla base del quale avviare la negoziazione con la Commissione europea. Sarà infatti quest’ultima a dare il nullaosta finale.

Piano finanziario

Il programma Italia-Svizzera 2021-2027 avrà un piano finanziario di circa 145 milioni di euro complessivi. Di questi, 82 milioni euro di contributo da parte dell’Unione europea, 20,5 milioni euro di cofinanziamento nazionale italiano e circa 40 milioni di euro di contributo elvetico, “una decina proveniente dai Cantoni di Ticino, Vallese e Grigioni – spiega Francesco Quattrini delegato alle relazioni eterne del Canton Ticino -. Cifra raddoppiata dalla Confederazione tramite i fondi della nuova politica regionale (Npr) della Segreteria di Stato dell’economia. Il resto viene finanziato dai singoli promotori del progetto”.

La collaborazione transfrontaliera, o meglio ancora, la cooperazione transfrontaliera è vista dai principali attori come una misura fondamentale e indispensabile per l’area di confine tra Italia e Svizzera. Questo perché, come scrive BAK Economics in uno studio dal titolo Diagnostica territoriale dell’area di confine Svizzera-ItaliaCollegamento esterno “tale cooperazione ha il potenziale di poter affrontare problemi comuni da entrambi i lati del confine e di poter confrontare soluzioni diverse a problemi simili, imparando quindi gli uni dagli altri come superare gli ostacoli istituzionali, amministrativi e culturali creati dall’esistenza di due diversi Stati nazionali”.

Il programma Italia-Svizzera 2021-2027 avrà un piano finanziario di circa 145 milioni di euro complessivi.

Per quanto riguarda le differenze tra i due paesi, è stato sottolineato sempre dallo studio di BAK Economics, “come l’interesse per la cooperazione si sovrapponga maggiormente su alcuni temi rispetto ad altri. L’ambiente, i ‘territori fragili’ e i trasporti sono spesso visti come aspetti comuni, con la parte svizzera più interessata ai trasporti sostenibili (compresi quelli che riguardano i flussi di lavoratori frontalieri) e la parte italiana più interessata agli scambi economici”.  

Tutto dipende dal Ticino

Su tutto il programma però pende la spada di Damocle. Infatti, il credito del Canton Ticino di 5 milioni di franchi deve passare dal Parlamento. “Il messaggio è pronto – racconta Francesco Quattrini – e dovrebbe giungere in Gran Consiglio ancora durante questa primavera”. Senza l’avallo del legislativo ticinese, cadrebbero anche i finanziamenti di Grigioni e Vallese e di conseguenza tutto il programma Interreg italo-svizzero.

Senza l’avallo del legislativo ticinese cadrebbe tutto il programma Interreg italo-svizzero.

“Attraverso un lavoro proficuo fatto dalla task force in questi mesi – spiega ancora Massimo Sertori – siamo arrivati a costruire un documento unitario e condiviso da tutte le amministrazioni partner da presentare alla Commissione europea per l’avvio del negoziato e ai competenti organismi svizzeri per lo stanziamento dei finanziamenti cantonali e federali. Credo che gli amici ticinesi non esiteranno a sostenere il nuovo programma”.

Gli obiettivi 

“Nel Programma Italia-Svizzera – continua Sertori – abbiamo tenuto conto di quanto ci hanno insegnato le precedenti programmazioni, al fine di raggiungere gli obiettivi che ci siamo proposti. In particolare, nel Programma abbiamo determinato di concentrare le risorse su ricerca applicata, innovazione e introduzione di tecnologie avanzate. Ma anche sull’integrazione delle reti di trasporto e mobilità intermodale e sostenibile, molto importante se pensiamo agli oltre 70’000 frontalieri che ogni giorno varcano il confine italo-svizzero. Inoltre – conclude Sartori – si prevedono azioni di rafforzamento di cultura e turismo sostenibile”. (Tutti i progetti InterregCollegamento esterno ancora in corso).

Ora non resta che aspettare i tanti passaggi, da Bellinzona a Bruxelles, per avere entro la fine dell’anno la certezza dello stanziamento dei crediti per i prossimi anni e dunque risorse per i prossimi progetti.

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