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Charleston, Dylan Roof alla sbarra

Formalmente incriminato per 9 omicidi, il killer è rimasto impassibile anche al perdono dei parenti delle vittime; Obama si scaglia contro la cultura delle armi

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 giugno 2015 - 21:52

Prima udienza per il killer di Charleston: Dylan Roof è stato formalmente incriminato per l'omicidio delle nove persone morte nella strage in una chiesa afroamericana della Carolina del sud.

Durante la lettura dei capi d'imputazione da parte del giudice -9 omicidi e possesso di un'arma da fuoco utilizzata in un crimine violento- Dylan Roof non ha mostrato alcuna reazione. Il suo sguardo è rimasto fisso anche di fronte ai messaggi -e al perdono- dei parenti delle vittime.

Il presidente Barack Obama, che ha lodato chi riesce a perdonare e non cedere all'odio, è anche tornato a scagliarsi contro la cultura delle armi.

"Le motivazioni di chi ha sparato", ha detto, "ci ricordano che il razzismo è una piaga che dobbiamo combattere insieme. Se il Congresso avesse approvato una legge sul controllo delle armi dopo quanto accaduto a Newtown, non avremmo evitato tutti gli atti di violenza. Avremmo però potuto fermare un killer, risparmiare alcune famiglie: tutti voi sareste andati a meno funerali."

Ma scalfire la cultura delle armi, negli Stati Uniti, appare impossibile: per i potenti lobbisti del settore, le vittime di Charleston sono state tante perché il pastore non permette l'ingresso delle armi in chiesa ed erano disarmate.

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