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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

se vi capita nei prossimi giorni di andare nella Confederazione il consiglio è quello di portare l’ombrello. Sono infatti previste intense piogge sul Paese almeno fino a giovedì sera e il Reno, che alla stazione di misurazione di Rheinhalle ha raggiunto la ragguardevole quota di 820 centimetri, è stato chiuso alla navigazione.

Il maltempo imperversa in diverse regioni da domenica e la situazione è particolarmente delicata in Vallese, dove sono cadute alcune frane, nell’Oberland Bernese e nei Grigioni. Si tratta di precipitazioni, non così frequenti in dicembre, che vanno a sommarsi a quelle abbondanti che si sono registrate in novembre.

Di sicuro però alle quote più alte le e gli operatori turistici avranno motivi per rallegrarsi, in vista delle imminenti ferie di fine anno.

Buona lettura.

hamas
Keystone / Mohammed Saber

Un ulteriore passo verso l’interdizione di Hamas lo ha compiuto oggi a Berna la Camera alta adottando tacitamente una mozione in tal senso.

L’atto parlamentare presentato dal senatore Werner Salzmann (UDC-destra nazionalista) definisce come terroristica l’organizzazione che ha coordinato le stragi in Israele dello scorso 7 ottobre e ne vieta qualsiasi attività sul territorio elvetico.

Non si sono levate voci di dissenso in aula. Solo il socialista Carlo Sommaruga, pur condannando i recenti attacchi terroristici, ha invitato Berna a desistere da questo proposito per evitare di esporre la Confederazione a pressioni esterne e ribadire il ruolo di pacificatore che ha sempre svolto in Medio Oriente.

Su questa proposta è pendente un analogo atto parlamentare nell’altra Camera (Consiglio Nazionale) mentre il Governo ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia di elaborare un disegno di legge che dovrebbe essere emanato a febbraio. 

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Keystone / Str

C’è uno spiraglio nei complicati rapporti tra la Svizzera e l’Unione Europea. Venerdì prossimo, secondo quanto ha rivelato il vicepresidente della Commissione UE Maros Sefcovic, il governo elvetico divulgherà la dichiarazione congiunta, messa punto con Bruxelles.

Si tratta di un primo passo concreto dopo lo stop deciso da Berna nel maggio 2021 alle trattative sull’accordo istituzionale con la controparte e che segue i colloqui esplorativi che avevano lo scopo di riannodare le relazioni bilaterali.

Non si tratta ancora di un vero e proprio mandato negoziale, con cui Commissione UE e Consiglio federale impartiranno le loro istruzioni alle rispettive delegazioni incaricate a riprendere le trattative. In ogni caso Maros Sefcovic ha sottolineato “l’atteggiamento costruttivo” di Berna negli ultimi incontri ed espresso soddisfazione, a nome della Commissione UE, per la dichiarazione congiunta.

L’auspicio, ha insistito il commissario europeo cui compete il dossier svizzero, è che i negoziati possano procedere rapidamente e che si possa giungere a un’intesa con Berna prima della scadenza del mandato dell’esecutivo UE, previsto per l’autunno del prossimo anno. 

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© Keystone / Gaetan Bally

Il Parlamento va in aiuto delle Ferrovie federali svizzere (FFS) che hanno subito pesanti perdite durante la pandemia negli scorsi anni.

La Camera bassa si è espressa in favore del versamento di 1,15 miliardi di franchi per ridurre l’indebitamento netto dell’azienda di trasporto, che nel 2022 era di 11,4 miliardi, per fornire anche la liquidità necessaria agli imminenti investimenti nell’infrastruttura ferroviaria.

In relazione a questi ultimi, i due terzi della tassa sul traffico pesante (pagata dai camion in transito) saranno destinati interamente all’apposito fondo, che dovrà avere una dotazione minima di 300 milioni.

Per garantire le risorse necessarie alla compagnia pubblica il Consiglio Nazionale, differenziandosi dal Governo, si è detto contrario a sottomettere i prestiti alle FFS alle restrittive norme sul freno all’indebitamento, alla stregua di una qualsiasi altra spesa della Confederazione. Anche su questo aspetto sensibile si dovrà pronunciare prossimamente l’altro ramo del legislativo, il Consiglio degli Stati.

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© Keystone / Salvatore Di Nolfi

La situazione dei diritti umani nel mondo è buia ma bisogna continuare ad essere ottimisti. È il pensiero espresso oggi a Ginevra dal presidente della Confederazione Alain Berset al suo ultimo incontro internazionale in qualità di componente del Governo svizzero.

Aprendo l’incontro per i 75 anni della Dichiarazione universale all’ONU, il politico friburghese ha osservato che i diritti fondamentali “non sono ancora abbastanza applicati e sono sistematicamente violati in numerosi Paesi”.

Il consigliere federale ha lanciato anche un appello ai capi di Stato e Governo presenti nella città di Calvino affinché si impegnino concretamente a contrastare l’avanzata dell’autoritarismo nel pianeta.

Da parte sua la Svizzera, è stato sottolineato, ha deciso di aumentare a 5,5 milioni di franchi il suo contributo all’Alto commissariato dell’ONU per i diritti umani.


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