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AELS e Mercosur verso il libero scambio

Un militare in alta uniforme, di guardia (d onore) accanto alle bandiere di alcuni Paesi sudamericani
L'accordo, se ratificato, aprirà alla Svizzera un mercato da 260 milioni di consumatori [immagine scattata all'ultimo summit dei Paesi membri e associati del Mercosur, lo scorso 17 luglio in Argentina]. Keystone / Juan Ignacio Roncoroni

L'Associazione europea di libero scambio (AELS), di cui la Svizzera è Stato membro, ha concluso un accordo di libero scambio con il Mercosur (Mercato comune dell'America meridionale). Ne ha dato notizia venerdì sera su twitter il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. "La conclusione dei negoziati", ha commentato sabato il ministro svizzero dell'economia Guy Parmelin, "rappresenta una pietra miliare per la Svizzera".

L’accordo deve ancora essere ratificato da tutti gli Stati coinvolti, aveva precisato in mattinata un portavoce del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFRCollegamento esterno), interpellato dall’agenzia di stampa Keystone-ATS in attesa che Parmelin rientrasse da Kazan, in Russia, dov’era in visita per i campionati mondiali delle professioni ‘WorldSkills’.

L’intesa, il cui contenuto non è ancora disponibile, è stata raggiunta dopo due anni di discussioni nei quali la Confederazione è stata responsabile dei negoziati per l’AELS.

Apre per la Svizzera, la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein (AELSCollegamento esterno) la prospettiva di uno scambio di merci senza dazi doganali con quattro Paesi dell’America latina: Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (il Venezuela è attualmente sospeso dal Mercosur). Ovvero un mercato di circa 260 milioni di consumatori.

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Il DEFR stima per la Svizzera -che esporta già merci nel Mercosur per un valore di circa 3,6 miliardi di franchi all’anno (esclusi pietre e metalli preziosi, oggetti d’arte e antiquariato)- un risparmio doganale di oltre 180 milioni di franchi l’anno. In seguito all’accordo, a medio termine oltre il 96% di queste esportazioni beneficerà di concessioni tariffarie e circa il 95% sarà completamente esentato da dazi.

Secondo quanto reso noto dal Dipartimento, l’intesa comprende però anche disposizioni in materia di investimenti, protezione della proprietà intellettuale, eliminazione di ostacoli non tariffari al commercio (incluse misure sanitarie e fitosanitarie), agevolazione degli scambi, concorrenza, appalti pubblici, protezione del clima e utilizzo sostenibile delle risorse. Prevede, in particolare, un dialogo sulla sostenibilità della filiera agroalimentare, precisa una notaCollegamento esterno.

L’AELS, fondata nel 1960 da sette Paesi tra cui la Svizzera, è oggi il nono operatore commerciale mondiale. Nel 2018, ha esportato merci per oltre 310 miliardi di euro e ne ha importate per 255 miliardi. Il partner commerciale più importante è l’UE, che acquista oltre il 60% dei beni e servizi prodotti dallo spazio AELS.

Secondo il consigliere federale Guy Parmelin, l’accordo di libero scambio permette alla Confederazione di raggiungere tre risultati importanti: migliora l’accesso a un mercato di enorme potenziale per le aziende elvetiche, evita a queste ultime una possibile situazione di svantaggio rispetto alle concorrenti UE nell’area Mercosur e stabilizza e amplia la rete commerciale. “Gli esportatori hanno bisogno di condizioni quadro affidabili per potersi affermare nei tumultuosi mercati mondiali”, ha detto.

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In Svizzera, il trattato con i Paesi latinoamericani era sì stato chiesto a gran voce dalle imprese ma suscita timori tra gli agricoltori, in particolare per la vendita di carne. Nel settore agricolo, è la prima volta che la Confederazione concede, per alcuni prodotti, contingenti bilaterali al di fuori degli impegni assunti nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

Contro l’accordo di libero scambio tra AELS e Mercosur, i Verdi annunciano già battaglia in Parlamento e, se necessario, il referendum. Mentre le organizzazioni di aiuto allo sviluppo come Alliance Sud temono che farà aumentare l’esportazione di soia e di carne da Brasile e Argentina, alimentando un sistema insostenibile.

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+Negoziati in corso tra AELS e altri Paesi/unioni doganaliCollegamento esterno
+Accordi di libero scambio siglati dalla SvizzeraCollegamento esterno

La Svizzera dispone di una rete di 30 accordi di libero scambio con 40 partner. Tali accordi sono di solito conclusi nell’ambito dell’Associazione europea di libero scambio (AELS). La Confederazione può però siglare patti commerciali anche al di fuori di essa, com’è avvenuto con il Giappone e la Cina. [fonte: admin.chCollegamento esterno]

Unione Europea e Mercosur hanno in effetti già raggiunto un accordo lo scorso giugno, in merito a un patto di libero scambio, ma anche questo deve essere ratificato (dall’UE). Francia e Irlanda hanno annunciato venerdì di volervisi opporre, non solo per i timori degli agricoltori in merito all’importazione di carne a basso costo ma anche a causa degli incendi in Amazzonia.

“Bolsonaro ha mentito nel vertice del G20 di giugno ad Osaka, decidendo di non rispettare i suoi impegni sul clima e di non impegnarsi sulla biodiversità”, aveva commentato il governo francese.

Riguardo agli incendi boschivi in Brasile, Parmelin ha assicurato: “li prendiamo molto sul serio”. La Svizzera partecipa alle discussioni internazionali riguardanti questa catastrofe naturale, ha detto. La Confederazione, ha intanto precisato il DEFR, non acquista prodotti provenienti da regioni attualmente in fiamme.

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