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Afghanistan, attentato in moschea, 16 morti

Almeno 3 uomini hanno fatto irruzione in un tempio a Kabul, uno si è fatto esplodere, due hanno sparato; una cinquantina i feriti

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È di 16 morti e una cinquantina di feriti il bilancio dell’attacco di martedì a una moschea di Kabul, in Afghanistan. Almeno 3 uomini hanno fatto irruzione nel tempio di Kart-e-Sakhi, indossando uniformi militari e gilet esplosivi. Uno di loro ha portato a termine l’attacco kamikaze, mentre gli altri due hanno sparato su centinaia di fedeli convenuti per la vigilia della festa dell’Ashura.

Kart-e-Sakhi è una delle moschee sciite più grandi di Kabul. Durante la cerimonia che commemora il martirio dell’Imam Hussein, nipote del Profeta Maometto, i tre uomini armati sono entrati indossando le divise delle forze dell’ordine locali, dopo aver ucciso l’uomo della sicurezza che si trovava all’ingresso. In seguito, uno di loro ha attivo il gilet esplosivo, mentre gli altri due hanno sparato sulla folla: tra i 16 morti si contano 3 donne e 2 bambini. Gli assalitori sono stati uccisi entro due ore dalle teste di cuoio.

Il governo afghano, che ha aumentato le misure di sicurezza, giorni fa aveva vietato manifestazioni pubbliche in occasione dell’Ashura, già in passato funestata da numerosi attentati realizzati da gruppi fondamentalisti sunniti in Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, che considerano gli sciiti apostati.

L’attacco di martedì -seguito da un altro, verso mezzanotte, nella moschea sunnita di Charyar che però non ha fatto vittime- non è stato rivendicato. Sulla base di esperienze passate si è propensi a credere che dietro questa azione ci sia la mano dell’autoproclamato Stato islamico, già responsabile del massacro di 81 persone avvenuto a Kabul lo scorso 23 luglio. Un’ipotesi che attende conferme.

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